"Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”. Scriveva così José Saramago, il grande scrittore capace di descrivere la realtà come era, spesso utilizzando allegorie e simboli. Responsabilità: parola che dalla notte di sabato scorso è pesante come un macigno. Parola che ha animato l’informazione locale e nazionale, che ha scosso i singoli, la politica, le istituzioni. Parola che rischia di rimanere, semplicemente, una parola: appena, passato lo sgomento, si inizierà a dimenticare la tragedia.

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Ed ecco perché continuiamo a ripeterci la frase di Saramago: senza responsabilità non meritiamo di esistere, ma senza memoria non esistiamo. Per noi la memoria è essenziale. Ma non solo la memoria: anche l’orgoglio di appartenere e di lavorare in una terra, la nostra Calabria, che sa accogliere, che vuole accogliere. Poco lontano da Steccato di Cutro ci sono altre spiagge dove sono stati salvati migranti: pensiamo, ad esempio, ai 51 curdi salvati dai cittadini di Torre Melissa a gennaio di quattro anni fa. Anche nella notte tra sabato e domenica scorsa cittadini comuni hanno cercato di fare il possibile per salvare vite. Questo siamo noi calabresi. Ricordando l’umanità che sappiamo esprimere, ricordando la nostra accoglienza, ricordiamo anche le troppe vittime innocenti inghiottite dal mare e da responsabilità precise, di cui si dovrà rispondere.  

Ma intanto, passato il silenzio, cercando di domare la rabbia e lo sconforto per quello che si sarebbe potuto fare e non si è fatto, vogliamo che queste vittime, come tutte le vittime innocenti delle migrazioni, non vengano dimenticate.

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Per questo il presidente Pubbliemme-Diemmecom Domenico Maduli e i vertici del gruppo - il Direttore generale Maria Grazia Falduto, il Direttore strategico Paola Bottero, il Direttore editoriale Alessandro Russo, il Direttore responsabile Pier Paolo Cambareri - stanno lavorando affinché la spiaggia di Steccato di Cutro diventi il luogo della memoria perenne delle vite perse nel mare: di chi ha un nome, di chi è solo un numero su una bara, dei corpi che le onde hanno restituito e dei corpi che invece hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero. Un luogo della memoria ma anche della speranza e dell’impegno, affinché mai più possa accadere che vite vengano perse in un modo così disumano.

Sull’autostrada vicino allo svincolo di Capaci una stele ricorda e ricorderà per sempre la strage in cui Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e la scorta perirono per mano della disumanità mafiosa. Quel luogo è un simbolo eterno. E come a Capaci anche a Steccato di Cutro il simbolo della nostra umanità, della nostra volontà di far sì che non accada più nulla di simile, potrà essere stele o un monumento, per non dimenticare. Dovrà essere corale come corale è il nostro dolore. Dolore, impotenza, bisogno di cambiare le cose partendo dalla memoria, appunto.

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Da oggi raccoglieremo le adesioni di chi vorrà contribuire alla costruzione della nostra memoria: partendo dal Comune di Cutro, con cui dovranno essere messe in campo le sinergie per la realizzazione del progetto, e poi Comune di Crotone, Regione Calabria, associazioni di volontariato, enti pubblici e privati, imprese, singoli cittadini. Nei prossimi giorni saremo in grado di dettagliare meglio tempi e modi per la scelta e la realizzazione dell’opera, che ricorderà per sempre il giorno in cui abbiamo perso e ritrovato la nostra umanità: persa nella burocrazia e nell’insensibilità, ritrovata nel nostro orgoglio di essere calabresi e aperti ad accogliere e salvare vite.