La Curia entra a gamba tesa nel dibattito sulla istituzione della Ztl nel centro storico di Cosenza, arrivando a paventare il rischio di un trasferimento degli uffici. «Non vuole essere una minaccia o un’indebita pressione su provvedimenti amministrativi del comune – scrive in una nota monsignor Francesco Nolè - ma una necessità e un dovere da parte delle autorità ecclesiastiche di ripristinare il libero accesso di tutti i fedeli della Diocesi, compresi i preti e i religiosi, al vescovo e agli uffici».

La bocciatura del presule cosentino

Il presule boccia di fatto il provvedimento: «Per non sembrare reticenti o conniventi con l’ordinanza comunale di chiusura al traffico dell’arteria principale di Cosenza vecchia – insiste Nolè - dopo che associazioni culturali, commercianti e singoli cittadini hanno dimostrato pubblicamente il loro dissenso e hanno chiesto la nostra opinione in merito e il nostro sostegno, ma anche su richiesta insistente di fedeli, sacerdoti e religiosi della Diocesi che hanno visto limitato il loro diritto di incontrare il vescovo e di recarsi in curia, ci siamo determinati a rendere pubblica la nostra difficoltà a svolgere liberamente il ministero pastorale che ci è stato affidato».

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Problemi anche per raggiungere la Cattedrale

La nota diffusa alla stampa sottolinea anche i disagi per raggiungere il Duomo: «Un discorso a parte merita la Cattedrale che non è solo la Chiesa della parrocchia del centro storico, ma anche il cuore della preghiera e della liturgia di tutta la Diocesi per gli eventi ordinari e straordinari della vita diocesana. Se pensiamo alla preparazione all’evento dell’ottavo centenario della consacrazione, nel 2022, ci sentiamo realmente a disagio per poter organizzare liberamente incontri, riunioni, comitati, festeggiamenti, con personaggi del mondo ecclesiastico, della cultura e semplici fedeli, senza incorrere in multe o contrattempi di ogni genere che, al minimo, creano scoraggiamento e delusione, al massimo la rinuncia a partecipare».

Solidarietà con residenti e commercianti

«Solidali con gli abitanti, i commercianti, i piccoli negozi, i bar, i volontari di Casa Nostra, e così via – si conclude la nota - siamo convinti che il centro storico sia bello non solo perché vi sono monumenti e palazzi storici, ma perché vissuto e arricchito da relazioni umane e voglia di non arrendersi che ne costituiscono quotidianamente la bellezza e la grandezza. Viceversa resterebbero palazzi vuoti, monumenti senz’anima, che alla fine potrebbero non attirare neppure l’interesse dei turisti, fino ad ora abbastanza vivace e costante».

 

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