Si avvicina il Vinitaly edizione 2024 e Nomisma Wine Monitor lancia un dato confortante per l’intera economia nazionale del vino: le esportazioni 2023 di vini Dop confezionati hanno superato i 5,1 miliardi di euro. Modesto l’incremento rispetto al 2022 (+0,3%) tanto da far parlare di “tenuta”, anche se non possono non essere ricordati i gravi fenomeni geopolitici che hanno condizionato negativamente i mercati mondiali. In atto anche cambiamenti strutturali nelle preferenze dei consumatori. I volumi, invece, hanno subito una contrazione (-3,8%). L’Italia con questo risultato incoraggiante resta al secondo posto nella graduatoria mondiale delle esportazioni di vini Dop dietro la Francia attestata, nonostante un’annata in discesa, a quota 9,8 miliardi. L’Osservatorio di Nomisma dedicato al mercato del vino segnala che per l’Italia nel 2023 è cresciuto il prezzo medio del vino Dop esportato, raggiungendo un valore di 4,99 euro al litro (+4,3% rispetto al 2022), a partire dai rossi del Piemonte e della Toscana.

LaC News24 nelle scorse settimane aveva dedicato ampio spazio ai numeri e alle statistiche offerti dall’ultima edizione di “Vino in Cifre”, datata gennaio 2024, edita da “Il Corriere Vinicolo” organo d’informazione dell’Unione Italiana Vini. Nel 2022 l’Italia, nonostante un calo del 4% rispetto all’anno precedente, aveva confermato la leadership mondiale in volumi sia nell’export di spumanti (45,8% del totale globale con 5,12 milioni di ettolitri) sia di vini confezionati e in bottiglia (21,7% con 12,14 milioni di ettolitri). Alle spalle, in entrambi i casi, la Francia, fermatasi rispettivamente al 21,2% e al 17,9%. Analoga situazione al terzo posto, con un identico Paese, in questo caso la Spagna, con i seguenti rispettivi risultati: 15,6% e 12,6%. Per l’export di vino sfuso, invece, l’Italia è risultata terza, sempre in volumi, con il 10,6% del mercato mondiale, superata di molto dalla Spagna (33,5%) e di poco dall’Australia (11,3%).

L’export totale di vino italiano nel 2022 pesava 21,38 milioni di ettolitri, pari a un valore di 7,79 miliardi di euro, così suddivisi per tipologia: 60% vini fermi; 28% spumanti; 6% frizzanti; 4% sfuso; e un restante 2% suddiviso fra confezioni da 2-10 litri, passiti e liquorosi, riexport. Il prezzo medio del vino esportato nel 2022, sempre secondo “Vino in Cifre”, è stato di 3,64 euro al litro (4,19 per gli spumanti; 2,67 per i frizzanti; 4,52 per i vini fermi; 10,40 per passiti e liquorosi; 0,82 per lo sfuso). Si tenga presente che la Francia, pur avendo esportato nel 2022 (fonte: I Numeri del Vino) 13,9 milioni di ettolitri (-5% rispetto al 2021), è però salita in valore a 12,26 miliardi di euro (+10,63% rispetto al 2021), potendo quindi contare su un più elevato prezzo medio al litro rispetto all’Italia.

L’export dei soli spumanti, nel 2022, ha significato - ci riferiamo sempre ai dati offerti da “Vino in Cifre” - 2,14 miliardi in valore e 5,12 milioni di ettolitri. Il 74% del valore di 2,14 miliardi è stato dato dal solo Prosecco, vino italiano leader dell’export, mentre l’Asti ha raggiunto quota 8%. L’export nazionale di vini fermi confezionati ha significato in valore 4,64 miliardi di euro e 10,26 milioni di ettolitri. Il 65% del valore di 4,64 miliardi è stato conseguito grazie ai vini Dop (pari a 3 miliardi di euro), e il 30% dagli Igp. I principali Paesi di destinazione dell’export italiano di vini Dop sono stati, in valore, gli Usa (31%), la Germania (13%), il Regno Unito (8%) e il Canada (8%).

Ritorniamo ora al report sull’export dei Dop italiani nel 2023 elaborato da Nomisma: il Prosecco rimane in assoluto il campione delle esportazioni di vini a denominazione di origine protetta Made in Italy, con un valore complessivo vicino a 1,7 miliardi di euro. Nomisma rileva come per le famose bollicine si sia registrata una performance negativa negli Usa, principale mercato di destinazione, compensata però abbondantemente dai grandi risultati di Regno Unito e Francia, e dagli ottimi riscontri, con aumenti a doppia cifra, in Polonia, Austria e Svezia. Positivo, inoltre, che il prezzo medio al litro del Prosecco Dop esportato sia aumentato. “Sull’onda del calo che a livello mondiale ha interessato i consumi di vino rosso, anche la maggior parte dei vini fermi Dop italiani della categoria ha sofferto, arrivando a cali superiori al 10% nel caso dei rossi veneti”, ha evidenziato Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor. Segno meno, sebbene con percentuali più ridotte, anche per i rossi Dop della Toscana – conclude Nomisma - e del Piemonte, mentre hanno chiuso l’export 2023 in positivo i bianchi siciliani, del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia.