A Vibo Valentia, a due anni dalla contestata rivoluzione dei parcheggi a pagamento, qualcuno si è abituato al cambio, ma per lo più è ancora giungla urbana. Gli stalli pitturati all’inizio del servizio dalla ditta pugliese che si è aggiudicata l’appalto hanno ovunque strisce scolorite, e alle solite bizzarrie dovute alla fretta con cui da un giorno all’altra si decise di procedere, se ne aggiunge un’altra.

Quando si rompe un parchimetro, l’azienda invece di aggiustarlo – come sarebbe obbligata a fare – indirizza l’automobilista verso le rivendite private oppure invita a “cercare” un altro impianto. Se si decide di comprare un grattino nei negozi, a parte le lamentele del commerciante – per il guadagno irrisorio – si può andare incontro anche ad una presunta anomalia: sono rendicontati correttamente, o no, gli incassi che la ditta ricava dai tagliandi?

Una domanda legittima, nel senso che l’apparecchio stradale malfunzionante è il solo ad assicurare una tracciabilità attendibilissima del flusso di clienti, e dunque non resta che sperare di vedere finalmente aggiustati i parchimetri, oppure trovare risposte che confermino che le strisce blu sono un buon affare per il Comune. Intanto, non guasterebbe dare una rinfrescata alla pittura che delimita gli stalli.   

 

 

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