Si riaccendono i motori sul destino della centrale termoelettrica Enel di contrada Cutura a Corigliano-Rossano, area baricentrica compromessa dalla mole di ferro giacente sulla costa.

Sono in corso i lavori di smontaggio di quattro turbogas a olio combustibile, mentre altrettanti a gas metano già esistenti potrebbero essere riattivati dalla holding, ma solo in caso di necessità emergenziale per esigenze nazionali. Poca roba, insomma, sul piano dell’indotto: l’offerta occupazionale sarebbe ridotta a lumicino tra guardiania, giardinaggio, e qualche unità interna destinata agli elettrici. Una proposta dunque, invisa al territorio e alle organizzazioni sindacali. Dopo anni di annunciazioni in pompa magna, e la successiva marcia indietro sul progetto di idee FUTUR-E che Enel ha sponsorizzato a tutto spiano per poi arretrare drasticamente sul piano della convenienza.

Dei progetti presentati, secondo quanto trapela, risulta scarna la garanzia sul piano delle coperture finanziarie. Il silenzio sulla vertenza, intanto, inizia a convertirsi in mobilitazione. La partita in gioco è troppo alta per poter essere lasciata al caso.

Sul punto interviene il parlamentare del M5S Francesco Forciniti che ricorda come il colosso energetico aveva assunto degli impegni nel 2016 proprio con FUTUR-E la cui progettualità prevedeva la riconversione totale dell’area e non una semplice e parziale bonifica della stessa. «Il territorio e le rappresentanze istituzionali hanno il diritto-dovere di pretendere l’attuazione degli impegni assunti dai vertici aziendali. Una città oggi di 80mila abitanti – continua il parlamentare – non può accontentarsi di accordi al ribasso che prevede il mantenimento di un cimitero degli elefanti. Ciò costituisce la rinunzia a ogni forma di sviluppo di un’area strategica per la città di Corigliano Rossano e per l’intera Sibaritide».

Per il pentastellato è opportuno equilibrare i rapporti forza tra le parti, soprattutto in considerazione del fatto che quest’area ha dato tanto ad Enel in termini di produzione energetica, sacrificando un sito ad alta vocazione turistica, per poi oggi fornire il benservito lasciandoci “zavorra”: «Una cattedrale nel deserto e quattro posti di lavoro». Per non parlare delle ipotesi di «inquinamento ambientale adombrate nel corso degli anni».

La proposta

Il grillino vuole dare rilancio alla vertenza mediante l’attivazione di un tavolo interistituazionale che veda tutte le parti in campo a partire dal sindaco della città di Corigliano Rossano Flavio Stasi, la Regione Calabria e il presidente Santelli in prima persona, oltre ai parlamentari del territorio, affinché si faccia pressione sia su Enel circa l’atteggiamento di latitanza sul progetto FUTUR-E, sia sul Ministero dello Sviluppo Economico verso cui lo stesso parlamentare ha già avviato una serie di interlocuzioni sul fronte dei complessivi investimenti per il Sud. Su questo versante Forciniti propone di guardare agli investimenti pubblici, più che affidarsi ai privati. 

Le relazioni con Enel

La deputazione parlamentare espressione del posto nel corso degli anni ha avuto modo di relazionarsi con i manager aziendali e, nell’ambito di incontri improntati al reciproco rispetto, si è discusso dei profili entro cui si poteva giungere a soluzioni nell’interesse delle parti. «Il problema – secondo Forciniti – è che Enel non ha mai dato continuità agli accordi raggiunti». 

Il ruolo dell'amministrazione comunale nella vertenza

Il parlamentare non nasconde una sorta di amarezza nelle interlocuzioni con il sindaco di Corigliano Rossano. Non a caso scandisce: «Auspico un maggiore dialogo tra di noi per il futuro. Che si faccia quadrato almeno sulle questioni di grande interesse – conclude - al fine di aumentare il potere contrattuale. Il sindaco Stasi dovrebbe iniziare a dire pubblicamente che non ci possiamo accontentare di accordi al ribasso perché questo territorio ha una sua valenza, a maggior ragione oggi dopo la fusione. Dobbiamo batterci con dignità e farci rispettare!».