Al termine di una trattativa estenuante e drammatica, non c’è stata l’attesa fumata bianca per i lavoratori delle pulizie e dei servizi integrati di assistenza ai pazienti, operanti nei reparti dell’Azienda ospedaliera di Cosenza alle dipendenze della Coopservice. La ditta appaltatrice ne ha licenziati 32 senza preavviso, scatenando il caos. Alla ricerca di una soluzione per salvaguardare i livelli occupazionali, convocati in Prefettura da Paola Galeone, si sono seduti al tavolo, oltre ai rappresentanti dell’impresa emiliana, il Commissario ad acta per il piano di rientro Saverio Cotticelli, il direttore sanitario dell’ente di Via San Martino, Cinzia Bettelini e le organizzazioni sindacali. In un clima di alta tensione si è cercata a lungo una intesa, ma in tarda serata, poco prima di mezzanotte, le parti hanno dovuto aggiornare l’incontro a domani, mercoledì 4 dicembre.

 

L’integrazione attenzionata dalla Guardia di Finanza

I licenziamenti della Coopservice sono scaturiti dall’interruzione, il 30 settembre 2019, del contratto integrativo di appalto per la somministrazione di servizi aggiuntivi di Operatori socio sanitari, espletati da 92 dei circa 190 lavoratori complessivamente impiegati, per un totale di 4.000 ore mensili in più rispetto alle 11.000 già previste dall’accordo originario del 2014, la cui ultima proroga terminerà a luglio del 2020. Ed è in ragione della scadenza di questo appalto integrativo che la ditta ha avviato il licenziamento collettivo, avendo individuato queste unità come in esubero per il venire meno di queste 4.000 ore lavorative. Peraltro, proprio sull’ampliamento dell’affidamento originario, è in corso una indagine della Guardia di finanza per verificare la regolarità delle procedure seguite. Indagine che ha anche determinato il blocco della liquidazione di alcune fatture poste sotto sequestro, per un ammontare di circa 11 milioni di euro.

 

Quali sono i termini del contratto

Le organizzazioni sindacali, in particolare la Cgil, contestano i licenziamenti anche perché sono convinte che il contratto d’appalto prevedesse l’impegno, da parte di Coopservice, di impiegare l’intero contingente assorbito dal precedente affidatario, la Dussmann, di ben 240 unità, e che quindi l’azienda emiliana sia già da tempo inadempiente, avendo ammesso al tavolo che attualmente nei nosocomi bruzi a svolgere le funzioni siano in 190. Con i licenziamenti si arriverebbe a meno di 160 persone. Però non è stato possibile attuare nell’immediatezza questa verifica poiché il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Cinzia Bettelini, ha candidamente ammesso al prefetto di non aver portato con sé alcuna documentazione, di non conoscere i termini dell’appalto e che comunque per lei non aveva importanza il numero di operatori impiegati nei reparti, purché fossero garantiti i servizi. In sostanza, la rappresentante dell’ente di via San Martino, che poi è il contraente, non è stata in grado di stabilire se la ditta che sta pagando stia rispettando o meno i termini contrattuali.

 

Il tentativo di introdurre gli ammortizzatori sociali

Le organizzazioni sindacali si sono allora riservate di acquisire la documentazione per procedere eventualmente in una fase successiva alla contestazione di questo punto, concentrando poi l’attenzione sulla revoca dei 32 licenziamenti, vero obiettivo della trattativa. Una prima intesa era stata trovata verso le ore 20. L’idea era quella di mantenere l'intero contingente in servizio avvalendosi, per il pagamento delle spettanze, di un ammortizzatore sociale, il Fis – Fondo di Integrazione Salariale, per una durata di tre mesi. In sostanza l’azienda avrebbe mantenuto i livelli occupazionali, a patto di poterne parzialmente accollare gli oneri all’Inps, attraverso il Fis, con un sacrificio anche per ognuno dei lavoratori in termini di riduzione della retribuzione in busta paga per ognuno. Ma al momento di firmare l’accordo la Coopservice avrebbe voluto introdurre una clausola per effetto della quale, al termine dei tre mesi, in caso di mancato accordo, avrebbe avuto le mani libere per procedere all’adozione unilaterale di altre soluzioni.

 

Il tempo stringe

A quel punto nessuna delle organizzazioni sindacali se l’è sentita di consegnare nelle mani dell’impresa questa cambiale in bianco ed è iniziata la frenetica ricerca di un’alternativa. Frenetica perché il tempo stringe: la lettera di licenziamento pervenuta ai dipendenti, infatti, ha avviato una procedura che diventerà effettiva venerdì 6 dicembre quando l’interruzione del rapporto di lavoro sarà notificata al Centro per l’impiego. In extremis il commissario ad acta, Saverio Cotticelli, ha messo sul tavolo la proposta di concedere un ampliamento di 4.000 ore dell’appalto sui servizi di pulizia e di assistenza integrata in cui impiegare il contingente che dal 30 settembre scorso non svolge più le funzioni di Oss. E la Coopservice si è detta disponibile. Le parti si sono allora aggiornate a domani per avere il tempo sia di verificare la praticabilità di questa soluzione sotto il profilo tecnico-legale, sia per preparare una bozza di accordo.

 

Ripartito il bando di concorso per l’assunzione di nuovi Oss

Intanto l’Azienda ospedaliera sta procedendo all’espletamento della gara per individuare l’azienda che dovrà subentrare nei servizi attualmente in capo alla Coopservice, il cui appalto si chiuderà definitivamente a luglio del 2020. Ed ha riavviato il concorso per l’assunzione a tempo pieno ed indeterminato di 24 Operatori socio sanitari per coprire almeno parzialmente il fabbisogno. Dopo la fase di preselezione sono 1.069 gli aspiranti in corsa.