VIDEO | Gravati da cassa integrazione e contratti di solidarietà, i dipendenti dell'azienda sono scesi in piazza in tutta Italia. Manifestazione anche nel capoluogo bruzio, dove le sigle sindacali hanno incontrato il viceprefetto Turco
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Prima ha spremuto i dipendenti come un limone, applicando cassa integrazione e contratti di solidarietà, riuscendo così a contenere 100 milioni di euro di costi sulle retribuzioni a partire dal 2011, ed a superare la crisi. Poi con la pandemia, ha chiesto loro lo smartworking senza però fornire le necessarie apparecchiature né il collegamento a internet.
A spese dei lavoratori
In pratica Almaviva sta macinando utili grazie al supporto di operatori che usano il proprio computer e la propria linea dati, risparmiando così sulle spese della rete, ma anche della manutenzione, della elettricità, del riscaldamento e dell'aria condizionata. Insomma, le sedi sono parzialmente chiuse ma le attività procedono a gonfie vele.
Protesta in tutta Italia
Eppure adesso, lamentano i sindacati, pretende pure di aumentare l'orario di lavoro, ridurre il salario e tagliare sui buoni pasto proprio in virtù del fatto che buona parte dei dipendenti lavora da casa. Condizioni ritenute inaccettabili. In tutta Italia è allora scattata la protesta dei circa 3.500 dipendenti. Anche a Cosenza, dove il colosso annovera 150 operatori, con un sit-in organizzato davanti la Prefettura. Una delegazione di Fiom Cgil, Fim Cisl e uilm ha poi incontrato il viceprefetto Turco.
Sciopero di otto ore
La rottura da parte dell’azienda, del tavolo di trattativa sugli accordi integrativi, disdettati a partire dal primo aprile scorso, ha inoltre determinato la proclamazione di uno sciopero di otto ore, preceduto da una serie di assemblee online indette dalle Rsu. Lo scontro tra le parti ha anche determinato il blocco della reperibilità e degli straordinari.