Grand terroir

Una nuova e ricca stagione per la melagrana in Calabria: i frutti freschi della filiera Castagnino a Scandale

La bacca è a tutti gli effetti un “super food”, ricca com’è di preziose sostanze nutrienti, fra le quali spiccano vitamina A e C, minerali come il potassio, il fosforo ed i polifenoli che aiutano a contrastare naturalmente gli stress ossidativi

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di Redazione Economia
17 ottobre 2024
17:46

Una nuova stagione per il Melograno in Calabria. La bellissima filiera costruita a Scandale (Crotone) dal giovane imprenditore agricolo Giuseppe Castagnino sta dando di nuovo i propri frutti.
Melagrane coltivate in regime biologico, grandi, sane, succose, raccolte a mano una per una stanno già raggiungendo i migliori mercati che apprezzano i prodotti agricoli di qualità.
La melegrana è a tutti gli effetti un “super food”, ricca com’è di preziose sostanze nutrienti, fra le quali spiccano vitamina A e C, minerali come il potassio e il fosforo, nonché polifenoli che aiutano a contrastare naturalmente gli stress ossidativi.

Una sana alimentazione e uno stile di vita corretto sono alla base delle strategie di prevenzione per una condizione di salute ottimale. In questo campo è ovvio che si debbano consultare sempre gli specialisti di settore (medici, nutrizionisti…), ma in ogni caso non è scorretto dire che, a meno di patologie o intolleranze specifiche, esistono dei cibi in grado di aiutare l’organismo ad essere più in forma. La melagrana, così come altri superfruit (mirtilli e altre bacche rosse, bacche di goji, avocado), è segnalata come uno straordinario regalo dell’agricoltura all’uomo.


La filiera corta realizzata con grande tenacia e impegno da Giuseppe Castagnino si è specializzata non solo nel frutto fresco (che può essere mangiato così com’è, chicco per chicco, oppure realizzando da sé o al bar ottime e dissetanti spremute), ma anche in prodotti trasformati quali succhi 100% e confetture. Accanto all’albero di melograno, a Scandale ha trovato posto anche l'avocado, frutto che è originario di aree subtropicali e tropicali. I cambiamenti climatici hanno consentito di introdurre questa cultura anche nelle aree più calde del Sud Italia con risultati ottimali. Ma torniamo al melograno che in Calabria può far leva anche su importanti radici culturali e identitarie che risalgono alla Magna Grecia, se non a tempi ancora più remoti.

Basterebbe pensare all’articolato e complesso culto di Persefone (Kore), tanto caro ad esempio all’austera città di Locri e non solo. Ade, re dell’inferi, rapì la bella Persefone, figlia di Zeus e di Demetra (dea della fertilità e dell’agricoltura), e per evitare che sfuggisse dal regno del buio le fece mangiare dei chicchi di melagrana. Secondo il mito fu un'olimpica mediazione a stabilire il destino universale di Persefone, in parte salvata dalla disperazione della madre Demetra: avrebbe vissuto sei mesi all’anno negli inferi (l’inverno) con Ade, e sei mesi all’anno sulla terra (la primavera e la bella stagione), simboleggiando la puntuale rinascita della natura che, appunto, periodicamente si rigenera.
Il ratto di Persefone, così come altre scene di vita della dea, sono raffigurati nei famosi “pinakes” (tavolette votive di terracotta) di Locri esposti nei musei archeologici di Reggio Calabria e della stessa Locri Epizefiri. Grand Terroir augura un grande in bocca al lupo al giovane imprenditore Castagnino che ha saputo riallacciarsi al lunghissimo filo della storia calabra.

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