VIDEO | Le vacanze natalizie avrebbero potuto rappresentare una boccata d'ossigeno per un settore già sfiancato. Il nuovo decreto del Governo invece è stato come una mannaia, anche perché non prevede ristori per gli alberghi
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Avrebbero potuto essere una boccata d’ossigeno le vacanze natalizie per gli albergatori italiani e calabresi. Da sempre questo periodo registra un’impennata di prenotazioni stante gli spostamenti, gli impianti sciistici, le ferie. Ora il decreto varato dal Governo costringendo gli italiani in casa o nei propri comuni infierisce ancora di più su un settore sfiancato e indebolito che vanta già perdite corpose.
Fabrizio D’Agostino, presidente Federalberghi Calabria, spiega che «sul miliardo e mezzo di Prodotto Interno Lordo che genera la filiera del turismo calabrese, ad oggi è stato perso in fatturato una cifra pari a circa 500 milioni di euro, quindi si perdono due terzi di Pil regionale».
D’Agostino spiega anche che Federlaberghi ha chiesto maggiore attenzione sul Recovery Fund visto che la crifra prevista, tre miliardi di euro, dovrà essere divisa tra turismo e cultura: «Secondo me è una grande sconfitta - confida il presidente - in Germania che non hanno le nostre bellezze artistiche, storiche e monumentali hanno previsto 36 miliardi di euro, questo la dice lunga».
Già qualche giorno fa il presidente nazionale di Federalberghi aveva lanciato l’affondo: «Lo schiaffo finale viene dal decreto che stanzia 650 milioni di euro per tutelare, com'è giusto, i bar e i ristoranti, ma dimentica completamente gli alberghi, che hanno subito danni ancora maggiori».
Un colpo che non sarà facile da gestire. Basti pensare che secondo i dati raccolti dall’associazione di categoria, in un anno “normale” tra Natale e l'Epifania si sarebbero messi in viaggio «più di 18 milioni di italiani, attivando un giro d'affari di circa 13 miliardi di euro, che interessa tutte le componenti della vacanza: non solo alberghi ma anche trasporti, divertimenti e cibo».