Il commissario regionale della Lega, Giacomo Francesco Saccomanno, ha indirizzato ai Presidenti della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, e del Consiglio, Filippo Mancuso, un’articolata missiva nella quale traccia lo stato attuale della posizione dei balneari ed indica «una possibile strada per venire fuori dalla bagarre creata dalle sentenze emesse dal Consiglio di Stato».

La questione delle concessioni balneari, a seguito delle sentenze emesse dal Consiglio di Stato, «sta creando - scrive - una situazione di disagio molto grave, specialmente in una regione, come la nostra, con oltre 850 Km di costa e con attività turistiche condotte, quasi sempre, da nuclei familiari. Una eventuale interruzione del rapporto alla fine del 2023 prosegue - causerebbe un danno rilevantissimo agli operatori turistici che hanno eseguito degli investimenti rilevanti, fidando sulla legge nazionale che aveva fissato una scadenza al 2033. A costoro - secondo Saccomanno - spetterebbe, anche un indennizzo-ristoro che creerebbe, dall’altra parte, un’evidente incresciosa situazione economico-finanziaria in merito ai soggetti che, eventualmente, dovrebbero sopportare tale onere».

Ma, aggiunge, «indipendentemente da quanto sopra, e lasciando al legislatore il compito di modificare o meno la legge ed al Governo di impugnare, eventualmente, le decisioni per conflitto di attribuzioni tra i poteri dello Stato, rimangono in piedi delle altre questioni e cioè: poteva il Consiglio di Stato modificare una legge dello Stato? poteva il Consiglio di Stato disapplicare tale norma italiana in relazione ad una direttiva europea che si riferisce a beni e non a servizi? Sono domande che  - spiega il commissario leghista - devono avere delle risposte e che, comunque, riguardano il Governo ed il Parlamento. Ritengo, però, che la Regione possa intervenire in quanto la stessa è delegata all’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo (D.P.R. n. 616/1977, D.L. vo n. 112/1998 e successive modifiche e Legge Regionale n. 17/20005)». 

«In particolare, la legge regionale - è detto ancora nel testo - prevede la possibilità di stabilire il termine finale della concessione, la rinegoziazione della durata di questa, con la evidente conseguenza che trattasi di valutazione che prescinde dalla legge nazionale e che può essere decisa dalla regione, in relazione alle condizioni dell'intervento, della natura dell'investimento, della economicità dello stesso. Tali condizioni, legittimerebbero un possibile intervento legislativo della regione in relazione alle concessioni in essere per determinare la sola scadenza e/o proroga. Tenendo anche presente che la direttiva europea non si potrebbe applicare alla concessione dei beni e che, comunque, la Calabria ha una estensione costiera tale da consentire a chiunque di poter intervenire ed investire».

Infine Saccomanno rivolge un invito ai presidenti di Giunta e Consiglio ad «assumere tutte quelle iniziative ritenute necessarie per cercare di trovare una soluzione concreta per salvaguardare i rapporti esistenti, evitare inutili contenziosi e riorganizzare l'esercizio delle funzioni amministrative e di gestione in materia di demanio marittimo».