Si avvicina l’estate, il motore turistico comincia a ripartire e riprendono le polemiche a proposito del lavoro nero o pagato pochissimo nelle strutture del comparto ricettivo e turistico italiano e calabrese. Se già nei giorni scorsi i sindacati e le associazioni di categoria hanno, da diversi punti di vista, lanciato l’allarme sulle condizioni di lavoro offerte nel settore o di contro sulla difficoltà di trovare personale qualificato e disposto a lavorare, i dati che arrivano invece dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro fanno tremare i polsi in tutta la loro brutalità.

Leggi anche

Durante un controllo straordinario di qualche giorno fa, che ha riguardato diverse aziende in tutta Italia, le irregolarità registrate hanno raggiunto picchi forse impensabili: il 76% delle aziende è risultato irregolare, con picchi del 95% al Sud e del 78% al Nord Ovest. Le principali irregolarità, secondo il comunicato, “ riconducibili ai rapporti di lavoro attengono, oltre al lavoro nero, principalmente a orario di lavoro, omissioni contributive, errato inquadramento contrattuale, indebita percezione del reddito di cittadinanza, tracciabilità delle retribuzioni”. I dati peggiori sono quelli relativi alla Calabria in cui le posizioni irregolari sono davvero, davvero tantissime.

In Calabria il 99% delle strutture turistiche irregolari al controllo dell’Ispettorato del Lavoro

Se si va a vedere il dettaglio delle irregolarità, i numeri fanno spavento: nei fatti la stagione turistica non è iniziata ancora, i lidi e la maggior parte delle strutture inizia adesso ad accendere i motori e quindi le irregolarità riscontrate sono sistemiche. A Cosenza il 74% delle posizioni lavorative è irregolare, il 20% è totalmente in nero e sono stati ritrovati anche lavoratori minorenni e clandestini. A Vibo la percentuale delle irregolarità è ancora più alta, il 100%, ma bisogna dire che il numero delle posizioni verificate è esiguo (un’unica struttura turistica con 8 dipendenti, che risultano però dalla tabella essere irregolari poiché in nero). Dati molto alti anche a Crotone e Reggio Calabria, seppur anche la città pitagorica come Vibo Valentia non ha avuto moltissimi controlli, mentre la situazione pare essere leggermente migliore a Catanzaro.

In generale, però, il dato finale fa davvero spaventare: il 99% delle aziende ispezionate presenta irregolarità rispetto alla posizione dei lavoratori, tra posizioni irregolari, lavoratori in nero, posizioni non corrispondenti dal punto di vista fiscale/tributario e lavoratori minorenni o addirittura clandestini. 

Leggi anche

Turismo e contratti, tuona la Cgil: «Le ispezioni raccontano una Calabria totalmente irregolare»

«È così devastante il dato emerso dai controlli effettuati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro sulle aziende del settore turistico in italia (76% di irregolarità) che si fa fatica perfino a commentarlo. In Calabria ci sono addirittura province che segnano il 100% di irregolarità, siamo alla giungla». 

Non fa sconti a nessuno la Filcams CGIL Calabria, che in una nota firmata dal segretario generale Giuseppe Valentino denuncia tutte le criticità nel comparto turismo: «Lavorare nel settore del turismo calabrese oggi significa fare la fame e massacrarsi, non avere orari e tempo libero nei mesi di alta stagione e rimanere a bocca asciutta già a settembre. Per questo non abbiamo esitato a criticare i provvedimenti che la Giunta Regionale e in particolare l’assessorato al Turismo hanno in questi anni definito per il settore; a partite dagli incentivi ed i ristori a pioggia, dati senza alcun criterio etico che, dati alla mano, evidentemente e come avevamo previsto, sono andati ad aziende irregolari». 

«Ora è tempo di risposte - conclude Valentino - e di mettere mano ad un settore che non può vivere di offerte di lavoro un tanto al chilo sui social dove stanno crescendo episodi di vero e proprio caporalato digitale, occorrono risposte adeguate e norme certe per tutelare l’occupazione; così come abbiamo chiesto unitariamente in un recente incontro all’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese. Abbiamo chiesto di limitare l’utilizzo dei fondi a pioggia e gli incentivi alle imprese nel nuovo bando che l’Assessorato al Lavoro sta preparando per le assunzioni stagionali nel Turismo e di indirizzarli alle imprese che rispettano i contratti ed i dipendenti; siamo stati rassicurati che le nostre istanze verranno prese in considerazione: dopo il report diffuso dall’INL ci aspettiamo una conferma immediata».