Le misure della Regione Calabria per la ripresa del turismo nostrano nel post-lockdown sono state, possiamo dirlo, un roboante flop. Lo abbiamo preannunciato esattamente un anno fa mettendo in guardia l’esecutivo regionale sull’affidamento della gestione delle misure “StaInCalabria” e “InCalabria” a FinCalabra, rivelatasi fallimentare tra inefficienze e ritardi, argomentando, numeri alla mano, la pressochè totale non conoscenza delle misure da parte dei potenziali beneficiari: i cittadini calabresi.
Oggi ad ammettere di non aver fatto centro è stata la stessa Giunta Spirlì che con una delibera pubblicata lo scorso 5 luglio ritira i fior fior di milioni di euro di fondi stanziati per i voucher “antagonisti” del bonus vacanze del Governo Conte.

L’ottimismo “orsomarsiano”

«Abbiamo previsto una programmazione che vale soprattutto sul piano psicologico, si dà il senso di una regione che si candida ad essere una dimora sicura. Sul turismo abbiamo messo il grosso delle risorse (...) sul 2020 ci giochiamo un 2021 straordinario. I nostri sono bonus vacanza veri. Sono interventi strutturati non con la fantasia, ma con i numeri», dichiarava l’assessore regionale al Turismo ed esponente di Fratelli D’Italia, Fausto Orsomarso durante la pimpante presentazione pubblica delle misure regionali per il rilancio turistico a inizio estate 2020.
«Alla Calabria serve uno choc economico e questo può venire solo dal mercato turistico. Non lo dico io ma erano le parole della compianta presidente Santelli che proprio agli albori della scorsa estate evidenziava come servissero misure per incentivare il turismo. Misure che sono arrivate, grazie all’importante lavoro svolto dall’assessorato al Turismo guidato da Fausto Orsomarso, che sono state utili a portare tantissima gente sul nostro territorio regionale ma che ora hanno bisogno di essere ampliate e sostenute», gli fece eco in autunno il capogruppo dell’Udc, Giuseppe Graziano.
Un ottimismo, però, che cede il passo alla prova dei numeri.

Tutti i numeri del flop

“StaiInCalabria” è il voucher che, come definito dal bando che l’ha introdotto, avrebbe dovuto scongiurare “la scomparsa delle microimprese del settore turistico-ricreativo, la perdita di posti di lavoro e il conseguente aumento della disoccupazione, agendo al contempo con finalità inclusive a favore dei cittadini regionali appartenenti alle fasce più deboli”.
Il bonus, da 80 a 320 euro a famiglia per un soggiorno di almeno 3 notti tra le strutture aderenti, andava inizialmente utilizzato entro il 31 ottobre 2020 ma poi sono stati necessari vari rinvii, nella speranza che venisse utilizzato, prima il 15 dicembre, poi il 31 marzo e ora il 30 settembre 2021.
Nonostante un massiccio stanziamento da 15 milioni di euro, sono stati erogati voucher per soli 389.520 euro, una quota molto esigua. Inoltre, attendiamo di vedere quanti dei 1.449 beneficiari al quale i voucher sono stati erogati hanno effettivamente provveduto ad utilizzarlo.

Il voucher “InCalabria”, del valore di 200 euro, invece, aveva il proposito di sostenere i giovani calabresi nell’acquisto di beni e servizi turistici, ricreativi e culturali offerti da strutture ubicate sul territorio regionale aderenti all’iniziativa.
La dotazione finanziaria era pari a 12 milioni e mezzo di euro, ma ne sono stati erogati solo 294 per un totale di 58.800 euro, lo 0,47%!

Il “dietrofront” silenzioso della Giunta

Con deliberazione 273 del 28 settembre 2020 sono stati “definanziati” con annessa rimodulazione dei fondi, i due voucher, con una riduzione della dotazione finanziaria per un importo complessivo pari a Euro 4.500.000,00 (Euro 2.000.000,00 a valere sulla scheda Nuove Operazioni “StainCalabria” ed Euro 2.500.000,00 a valere sulla scheda Nuove Operazioni “InCalabria”). Nel provvedimento della Giunta regionale viene richiamata la nota del dirigente del diparimento lavoro che ha evidenziato che: “... le prime risultanze istruttorie derivanti dall’avvio delle due operazioni (cfr. Schede Intervento StainCalabria e InCalabria) fanno registrare una bassa adesione degli esercizi commerciali e delle strutture ricettive operanti nei settori di riferimento, nonché una limitata partecipazione dei potenziali destinatari, si ritiene opportuno intervenire tempestivamente al fine di apportare adeguati correttivi alle misure in essere, modificando alcuni contenuti delle schede PAC e, successivamente e di conseguenza, i due avvisi pubblici, con l’obiettivo di attrarre un maggiore interesse dei target di riferimento e raggiungere l’impatto desiderato sul territorio e sul mercato”.

Taglio netto dei fondi

Un richiamo inascoltato, dato che la successiva deliberazione di Giunta, 265 della seduta del 17 giugno 2021, pubblicata la settimana scorsa, ha approvato la radicale riduzione degli stanziamenti per “StaInCalabria” a 1 milione e 600 mila euro (a fronte dei 15 milioni iniziali) e per “InCalabria” a 60.000 euro a fronte dei 12 milioni e mezzo iniziali.
Nel provvedimento si richiama la nota del dipartimento programmazione unitaria dello scorso aprile che sottolineava: “la dotazione finanziaria delle due schede in questione (“StainCalabria” e “InCalabria”) si è rivelata sovradimensionata rispetto alla capacità di risposta dei destinatari sin dalle prime evidenze istruttorie (…). A ciò si aggiunga che la successiva situazione di lockdown in cui versava la Calabria, ripetutamente individuata come “zona rossa” dal Governo centrale, hanno impedito l’adozione dei nuovi avvisi, in quanto le attività economiche interessate sono state del tutto sospese nell’ultimo trimestre 2020 e nel primo quadrimestre del 2021 (…) la situazione attuale non lascia intravedere ipotesi di riaperture abbastanza ampie per un efficace riavvio di entrambe le misure in argomento (…)”.

Colpa del lockdown?

Insomma, per la Regione Calabria il flop sarebbe colpa delle chiusure e delle restrizioni governative nazionali e non della scarsa pubblicità delle misure adottate.
Eppure lo studio Eurispes sull’estate 2020, che ha analizzato i dati sui flussi turistici forniti da Cna turismo, ha incoronato la Calabria tra le cinque regioni d’Italia più visitate e tra le motivazioni dell’afflusso viene indicato che è una delle regioni in cui il Coronavirus ha fatto meno contagi nella scorsa estate.
Il bollettino Enit dell’osservatorio nazionale sul turismo, invece, ha specificato che la Calabria è stata scelta dal 5% degli italiani, dopo Emilia Romagna, Sardegna, Puglia e la Sicilia con il 9% delle preferenze. Anche lì, viene sottolineato che il successo è frutto anche degli ottimi dati relativi alla limitazione dei contagi, tra i più bassi d’Italia nell’estate 2020.
E se per Demoskopika la Calabria è tra le regioni che hanno risentito meno della contrazione della spesa turistica, per la rivista di marketing Spot and Web l’agosto calabrese di un anno fa ha raggiunto picchi di presenza invidiabili. Pertanto, risulta irrealistico sostenere che i cittadini calabresi non abbiano voluto utilizzare i voucher a causa delle restrizioni, avendone avuto tutto il tempo.
Alcuni esercenti, contattati direttamente hanno puntato il dito sulla scarsa conoscibilità degli strumenti messi in atto dal governo regionale, a fronte del bonus vacanze varato dal Governo Conte che nel settembre 2020 era già stato utilizzato dal 30% degli aventi diritto.

Repetita iuvant

Quest’anno l’assessore regionale al turismo Fausto Orsomarso ha provveduto a stanziare 2 milioni di euro per tour operator e agenzie di viaggio. «Mettere il turismo al centro del rilancio economico calabrese post Covid» è l’obiettivo decantato, promuovendo «l’offerta turistica della Calabria attraverso specifiche attività di marketing».
Il contributo, fino a 50mila euro e pari al 70% dei costi ammissibili, potrà essere richiesto a partire da fine luglio. La gestione è stata affidata nuovamente a FinCalabra, ente di recente lottizzato da Lega e Fdi.
Insomma, è chiaro che con esercenti e titolari di strutture ricettive ridotti allo stremo nel post lockdown, che tentano tra il barcamenarsi nel rispetto pedissequo dei rigidi protocolli di prevenzione dei contagi e offerte attrattive per l’utenza, ciò che è mancata è stata una vera spinta propulsiva da parte della Regione.