Mezzi agricoli fermi e terreni incolti. È questo il duplice effetto del rincaro dei prezzi del carburante e delle materie prime. L'esponenziale lievitazione dei costi si sta abbattendo come uno tsunami sull'agricoltura tanto da imporre alle aziende uno stop alle coltivazioni e a ridurre anche l'alimentazione agli animali. A confermarlo è Angelo Bubba, titolare di un'azienda agricola a Petronà, in provincia di Catanzaro, con un allevamento di bovino da carne.

Stop alle coltivazioni

«Non possiamo seminare perchè i concimi hanno avuto un rincaro del 170% - spiega il titolare dell'azienda agricola - i semi non si possono acquistare perchè sono aumentati del 50,60%, per non parlare del gasolio. Il gasolio lo acquistavamo a 1,10 euro due settimane fa ed è arrivato questa mattina ad 1,75 euro. Con questi prezzi non possiamo più coltivare i terreni, non possiamo fare la prima lavorazione: aratura e semina».

Scarsa alimentazione ai bovini

Questo genere di coltivazione viene utilizzata in azienda l'alimentazione dei bovini: «Alle vacche davamo da mangiare due volte al giorno, a causa dei rincari abbiamo diminuito una volta al giorno ma adesso diamo soltanto fieno senza l'aggiunta di proteina» aggiunge ancora Angelo, il prezzo del mangime è aumentato del 70% e oggi è di scarsa reperibilità sul mercato: «Questo comporta innanzitutto una perdita di reddito perché senza poter fornire alle vacche proteine non producono più: né latte, né carne».

Mezzi fermi

Tutto nell'azienda agricola viene centellinato e i mezzi vengono per lo più tenuti fermi: «Noi per lavorare consumiamo in media da 300 a 400 litri di gasolio quotidianamente, ad esempio, nel ciclo della fienazione o durante la stagione della semina. Oggi non possiamo più svolgere queste attività perchè non possiamo acquistare il gasolio».

«Rischiamo il collasso»

Angelo che è aderente Coldiretti ha quindi avanzato una serie di richieste: «Innanzitutto la ristrutturazione finanziaria. Lo chiediamo alla Regione e al Governo perchè abbiamo bisogno di liquidità e bancabilità. Alla Regione chiediamo inoltre di essere celeri nei pagamenti perchè abbiamo bisogno di ossigeno, di liquidità perché non possiamo più mantenere gli animali. Qui stiamo lavorando piano piano ma si rischia per davvero il collasso».