La testimonianza dell'imprenditrice Eleonora Ascione del gruppo Andirivieni travel: «Servono aiuti per poterci rialzare e continuare a lavorare». E invita a scendere in piazza
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«Malgrado il turismo sia stato il primo settore ad accusare i colpi della pandemia da covid 19 e sarà l’ultimo a uscire da questa profonda crisi economica, se ne è parlato veramente poco e, ancora oggi, alle porte dell’estate, non si ha un piano preciso da attuare per andare incontro alla stagione estiva (se di stagione si può parlare). Ma in tutti gli interventi che negli ultimi giorni si stanno sentendo e che circolano tra social e media, nessun intervento è stato mai fatto sul settore autobus da turismo». Così in una nota Eleonora Ascione del gruppo Andirivieni travel.
«Faccio una piccola premessa: il nostro meridione ha il parco macchine (autobus) più vecchio d’Italia. Molte aziende, tra cui la mia, per poter stare al passo con i tempi e poter competere con quello che c’ è sul mercato europeo, fornendo un servizio di alta qualità a basso impatto ambientale, hanno deciso di rinnovare la loro flotta. Chiaramente questo è stato possibile solo grazie ai leasing e mutui che le banche hanno concesso a noi imprenditori. Ora, siamo fermi da gennaio, con leasing bloccati da marzo (bloccati non annullati, il che significa che andranno pagati a fine settembre o allo scadere dei leasing stessi con i dovuti interessi), abbiamo i dipendenti in cassa integrazione (non si sa fino a quando), non abbiamo incassi, non abbiamo liquidità per poter affrontare le spese quando sarà il momento, non abbiamo visto, sentito e percepito nessun aiuto dal governo italiano. Mi chiedo: “Ci stanno condannando a morte?”.
Il mio parere personale non è quello di avere aiuti a fondo perduto (nessuno ci ha mai regalato niente e mai succederà), ma almeno avere degli aiuti da restituire a lunga scadenza e senza interessi, per poterci rialzare e continuare a lavorare, per far tornare al lavoro i nostri dipendenti e dare da mangiare alle loro famiglie, per non vedere, dopo tanti anni di sacrifici, portarci via i nostri autobus dalle banche e dalle società di leasing. Perché è questo quello che succederà se non ci sarà un intervento concreto e immediato da parte dello Stato e della Regione. Mi appello a tutti i colleghi che come me hanno investito in nuovi autobus, si sono inventati il lavoro per poter sopravvivere anche nei mesi invernali, hanno contribuito allo sviluppo della nostra regione fornendo un servizio di qualità ai nuovi t.o. che da poco si sono affacciati sulla Calabria: scendiamo in strada, incolonniamo i nostri bellissimi pullman da Milano a Palermo e facciamoci sentire. Partecipiamo tutti in massa, dai più grandi ai più piccoli imprenditori!
Solo così, forse, chi di dovere si accorgerà di noi, si accorgerà che esistiamo e farà si che non ci porteranno via quello per cui abbiamo lottato e continuiamo a lottare da più di 20 anni».