E’ di 22 anni l’età media dei treni che viaggiano in Calabria. A dirlo è il rapporto “Pendolaria” 2016 di Legambiente che dipinge un quadro inclemente dei trasporti ferroviari calabresi. Treni vetusti, tagli nei servizi e un aumento delle tariffe dovuto al calo dei trasferimenti statali fanno sì che per coloro che si spostano quotidianamente sui binari  la situazione non sia rosea. Ma la Calabria si distingue anche per le tratte pessime, conquistando nella classifica delle peggiori linee ferroviarie il terzo posto con la tratta Reggio Calabria – Taranto.

 

Negli anni molti sono stati i treni soppressi su questa tratta a vantaggio dei mezzi su gomma, ossia i pullman. “La linea è a binario unico – spiega Legambiente -  ma l'obiettivo non deve essere il raddoppio,  ma l'elettrificazione e il potenziamento del servizio con nuovi collegamenti e treni moderni, come dovrebbe essere scontato in un Paese europeo”. “È bene ricordare  - aggiunge ancora l’associazione - come il taglio di 20 milioni di euro delle Regione Calabria, a partire dalla metà del 2014, ha portato alla soppressione di altri treni regionali tra Reggio Calabria e Metaponto. Da quest’anno va meglio tra Sibari e Catanzaro con l’introduzione di 2 nuovi treni Swing diretti, ma la condizione dei pendolari su questa linea storica rimane critica e l’offerta inadeguata, anche a causa di una infrastruttura che necessita di un drastico ammodernamento” .

 

Migliora la situazione della linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme. Dopo un taglio di circa 10 milioni di euro da parte della Regione sul Contratto di Servizio avvenuto nel 2014 la linea fu classificata come tratta a scarso traffico e vide un collegamento al giorno per senso di marcia di cui solo tre con treni regionali. Nel 2015, racconta il report Pendolaria, si è tornati almeno ad incrementare i treni regionali arrivando ad undici coppie al giorno.

 

“Occorre aumentare l’offerta di treni sulle linee – chiede Legambiente  - in particolare in quelle urbane più utilizzate dai pendolari e laddove, come al Sud, sono stati cancellati o ridotti i collegamenti in questi anni. Lo Stato deve poi finalmente comprare treni, come succede in tutti gli altri Paesi europei, perché servono più mezzi per potenziare le linee e le sostituzioni in corso, legate ai contratti con le Regioni, lasciano scoperto proprio il Sud e alcune linee fondamentali in città come Roma e Napoli. Infine – rimarca ancora l’associazione - occorre cambiare le priorità infrastrutturali per dare precedenza alle aree urbane e al Sud”.

 

 

Tiziana Bagnato