La Napoli-Bari e la Taranto-Potenza-Battipaglia pronte entro agosto 2027 per integrare Campania, Basilicata e Puglia. Il tratto a Sud di Praia è ancora un’idea. Intanto Sibaritide teme di sparire dalle mappe e i tecnici credono che non se ne farà nulla
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Qualcuno lo ha già definito quadrilatero ferroviario dell’Alta velocità: l’ennesima speranza di rilanciare lo sviluppo al Sud. Traffico merci più veloce, collegamenti tra porto e ferrovia, spostamenti più semplici in aree del Paese in cui muoversi in treno è sempre stato poco meno che un’afflizione.
Napoli-Battipaglia-Taranto-Bari: vertici dell’area che spera di decollare grazie ai lavori miliardari finanziati dai fondi del Pnrr. C’è anche un orizzonte temporale, fissato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: entro il prossimo triennio il Mezzogiorno disporrà sia del collegamento ferroviario alta velocità - alta capacità Napoli-Bari che del collegamento ferroviario alta velocità - alta capacità Taranto-Potenza-Battipaglia. L’integrazione tra Campania, Basilicata e Puglia sarà realtà entro agosto 2027, stando al cronoprogramma offerto da Ferrovie dello Stato. E la Calabria? Poi vediamo, verrebbe da dire stando alla tempistica, quanto mai fumosa, dei lavori che dovrebbero portare l’alta velocità fino a Reggio.
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L’unico tratto la cui attivazione rientra (nelle ipotesi progettuali) nello stesso intervallo temporale del quadrilatero Napoli-Battipaglia-Taranto-Bari è quello che va da Battipaglia a Romagnano. È previsto che i treni Av inizino a circolare nel dicembre 2026. Niente Calabria, dunque. Per scendere a Sud, fino a Praia a Mare, l’orizzonte temporale slitta fino al dicembre 2030. Un po’ più vicina la scadenza prevista per il raddoppio della galleria Santomarco (nel tratto tra Cosenza e Paola): dicembre 2029. Per il loro Praia-Paola, invece, la scadenza torna quella del dicembre 2030 e i lavori, stando alle indicazioni del gruppo Fs, sono in fase di progettazione. Tutto qui. Il resto della Calabria ad alta velocità è un buco nero che ha inghiottito anche il progetto del tratto Praia-Tarsia, per il quale – se n’è occupato anche il network LaC in una puntata di Dentro la Notizia – sono stati spesi (a questo punto, forse, sprecati) 35 milioni di euro per lo studio di fattibilità tecnica ed economica. Il tramonto dell’opzione Praia-Tarsia ha sollevato polemiche: quel progetto avrebbe permesso di agganciare finalmente la dorsale jonica al sistema dei trasporti.
Per i sindaci della Sibaritide la scelta «cancella 300mila persone dalla cartina geografica» (Gianni Papasso, Cassano allo Jonio) e «senza la tratta Praia-Tarsia un terzo della Calabria impiegherebbe un’ora e mezza a raggiungere l’alta velocità, rinunciando di fatto all’utilizzo della linea ferroviaria» (Flavio Stasi, Corigliano Rossano). Il docente dell’Unical Demetrio Festa è stato ancora più netto: «Alla Calabria il tracciato sul Tirreno non è sufficiente ed è costoso. Lagonegro-Praia sarebbero 26 km di galleria, Praia-Paola altri 50 km pieno di altre gallerie. E ci dicono che non se ne può fare una sul Pollino? Il timore è che ci si fermi a Praia e buonanotte». Un timore piuttosto fondato.
Di certo mentre Campania, Puglia e Basilicata contano di inaugurare la nuova fase di sviluppo entro il 2027, la Calabria non è pervenuta, al punto che alcune associazioni hanno chiesto lo stop della discussione sull’alta velocità, visto che nella prima fase si è svolta «senza avere la minima certezza di quella che sarà la prosecuzione dell’opera».
Entro tre anni, il quadrilatero dell’Av offrirà nuove condizioni nel trasporto passeggeri sia tra l’area tirrenica e quella adriatica che tra entroterra e aree costiere. Permetterà interazioni più efficienti tra i porti di Bari, Brindisi, Taranto, Salerno e Napoli. Valorizzerà gli hub logistici della Basilicata. In Calabria gli interventi previsti per collegare il porto di Gioia Tauro alla rete ferroviaria si concluderanno entro il 2026 (pena la perdita delle risorse) ma non hanno nulla a che vedere con l’alta velocità. Che, a queste latitudini, resta un miraggio o una promessa fin troppo fumosa.