VIDEO | Lavorano dal 6 novembre scorso con contratti part time della durata di diciotto mesi, nemmeno in occasione delle feste hanno ricevuto quanto spetta loro. La protesta del sindacato
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
Sono poco meno di 120 i tirocinanti provenienti dal bacino della mobilità in deroga, impiegati in provincia di Cosenza nelle scuole con contratti part time della durata di 18 mesi e funzioni di collaboratore scolastico. Hanno preso servizio lo scorso 6 novembre, ma ancora aspettano la liquidazione del primo stipendio. La criticità sarebbe da ricondurre ad un problema informatico che ha costretto gli istituti d’istruzione alla trasmissione cartacea della documentazione necessaria per consentire l’erogazione delle spettanze da parte della Ragioneria territoriale dello Stato.
Si tratta di un impiego da 18 ore settimanali con emolumenti tutt’altro che faraonici, attestati mediamente tra i 500 ed i 600 euro, ma necessari per far fronte a bollette ed altre spese quotidiane. In qualche caso anche per mettere insieme il pranzo con la cena.
La presa di posizione dell'Usb
L’Usb di Cosenza ha sollecitato le istituzioni interessate a sbloccare la situazione: «A due mesi dalla firma del contratto che metteva fine almeno parzialmente alle aspettative di un lavoro più sicuro e retribuito puntualmente – si legge in una nota - non c’è stata alcuna corresponsione economica. La Ragioneria Territoriale dello Stato ancora non ha disposto i relativi pagamenti e, nonostante le richieste dei lavoratori e nostra come organizzazione sindacale, nessuna risposta adeguata è stata fornita. La situazione sta diventando drammatica e il dovere di un’amministrazione pubblica a retribuire con il giusto compenso un lavoratore pubblico si sta trasformando in una elargizione di cortesia che si compirebbe dedicando del tempo alla questione. Eppure lavorare per mesi senza percepire un solo centesimo e dover affrontare la quotidianità con le sue relative spese sta diventando un esercizio mortificante per queste lavoratrici e questi lavoratori. Abbiamo chiesto come Usb – precisa la nota - un incontro urgente con il direttore dell’Ufficio affinché si attivino immediatamente le procedure necessarie alla corresponsione nel più breve periodo delle somme spettanti. In caso di ulteriore mancanza di ascolto e di risoluzione, si sarebbe costretti ad inevitabili manifestazioni di protesta per la rivendicazione di un diritto legittimo, anzi sacrosanto».