Non si sbloccano i pagamenti dovuti ai tirocinanti impiegati in tutta la Calabria negli istituti di istruzione, con contratti part time e funzioni di collaboratore scolastico. Assunti nella prima settimana dello scorso mese di novembre, sono ancora in attesa di ricevere il primo stipendio. I sindacati sono sul piede di guerra anche perché denunciano la disparità di trattamento rispetto alle categorie provenienti dal medesimo bacino della mobilità in deroga, che hanno trovato una collocazione ministeriale a tempo indeterminato mentre nelle scuole si è optato per un part time della durata di 18 mesi.

Lento passaggio di carte

Per iniziativa della Flc Cgil di Cosenza si è svolta una assemblea virtuale, si è preferito il collegamento da remoto per consentire a tutti i tirocinanti di partecipare, per affrontare un problema a tutt’oggi irrisolto a causa di una serie di intoppi burocratici: «Quello più rilevante – sostiene il segretario sindacale Francesco Piro – è l’impossibilità di registrare questi contratti atipici attraverso le piattaforme informatiche. Per cui tutti i passaggi, compresa la trasmissione alla Ragioneria territoriale dello Stato incaricata di erogare le spettanze, si sono svolti con sistema cartaceo. Il ritardo ha costretto queste persone a trascorrere senza soldi le festività natalizie. Peraltro parliamo di retribuzioni modeste, attestate mediamente sulle seicento euro».

Possibile incremento del monte ore

Sono 490 in tutta la regione gli operatori coinvolti in questo progetto, per i quali sono state stanziate specifiche risorse. Non tutti però hanno accettato. Per questo nell’ambito della vertenza viene avanzata anche una seconda istanza: «Rispetto alla previsione di spesa iniziale – ha detto il segretario provinciale di Cosenza della Flc Cgil – saranno realizzate delle economie. Abbiamo chiesto allora che tali economie vengano utilizzate per aumentare il numero delle ore di lavoro dei tirocinanti per consentire loro di portare a casa uno stipendio più dignitoso». Poi l’invito rivolto ai tirocinanti «a pazientare ancora per qualche giorno. Stiamo esercitando delle pressioni e speriamo che entro fine mese possano esserci novità positive. Diversamente siamo pronti a far valere i diritti di questi lavoratori attraverso una class action».