VIDEO | I dipendenti della società Sateca hanno manifestato all'ingresso della Cittadella. Tuttavia prima sono stati accompagnati fuori e poi liquidati con una nota ufficiale del governatore
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«Sono dispiaciuto di non riuscire a incontrare le rappresentanze dei lavoratori delle Terme, in una giornata già fitta di impegni istituzionali dai quali non posso esimermi. Continuo ad assicurare, tuttavia la mia piena disponibilità alla mediazione. A tal proposito, non posso che sperare nel buonsenso di chi, in questo momento così difficile, deve decidere a cosa rinunciare e cosa far nascere». Sono le parole del presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, diramate in un comunicato nel pomeriggio di oggi. La nota fa riferimento alle richieste dei lavoratori delle Terme Luigiane, tornati per l'ennesima volta alla Cittadella per protestare pacificamente contro il mancato avvio delle attività cheora potrebbe tradursi in un licenziamento collettivo. Spirlì però non li ha incontrati, nonostante la lunga attesa di una fitta delegazione che per lungo tempo ha atteso risposte sotto il sole cocente. Dopo aver occupato l'ingresso dello stabile, i lavoratori Sateca sono stati invitati dalle forze ad uscire fuori, nella vana attesa che Spirlì si liberasse dagli impegni.
Spirlì: «Pronto a intervenire»
«Pur compenetrandomi nelle preoccupazioni e nelle ansie dei dipendenti - ha detto ancora Spirlì -, e pur riconoscendo il loro sacrosanto diritto al lavoro, così come, allo stesso modo, riconosco il diritto alle terapie per tutti coloro i quali, negli anni, si sono affidati alle cure delle Terme Luigiane, non posso che prendere atto delle incolmabili distanze tra le parti interessate al contenzioso relativo alla concessione e all’uso delle acque». La vicenda, ormai da mesi, vede contrapposti la società di gestione, la Sateca Spa, e i Comuni concessionari della acque termali, Acquappesa e Guardia Piemontese. Gli enti guidati rispettivamente da Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti, nell'autunno scorso hanno improvvisamente deciso di punto in bianco la riduzione dell'erogazione delle acque concedendo soltanto il 12%, percentuale esigua che non ha consentito alla Sateca il prosieguo delle attività o una nuova proroga del contratto. I sindaci, irremovibili, hanno continuato per la loro strada andando in cerca di un nuovo gestore. Ad oggi però, la stagione termale è compromessa, i lavoratori rischiano il licenziamento e di fatto non si vede nessuna luce in fondo al tunnel.
Spirlì prende altro tempo
«Il bene della Calabria, il bene dei calabresi – afferma ancora il presidente –, lo costruiscono i costruttori; chi costruttore non è, diventa un fabbricatore di quel male che le nostre genti, purtroppo, conoscono da troppo tempo. Ecco perché, nel caso in cui dovessero perdurare, senza giustificazione, queste distanze, in qualità di presidente della Giunta regionale coinvolgerò gli assessori in una decisione netta e definitiva, a tutela dell’interesse generale». Con questa ulteriore dichiarazione, Spirlì prende altro tempo prima di decidere di risolvere definitivamente la questione, come potrebbe fare, se solo volesse, nel giro di qualche minuto. Come hanno ricordato gli stessi lavoratori durante la pacifica protesta, la legge regionale del 5 novembre 2009, la n. 40, all'articolo 21, consente la sospensioni delle autorizzazioni in caso di gravi inadempienze dell'ente concedente.