Vola il drone, sul centro sperimentale Arsac di Gioia Tauro, e la nuova frontiera della “agricoltura di precisione” per gli imprenditori calabresi è più che mai raggiunta. Organizzata dall’Ordine provinciale degli Agronomi e dal Dipartimento regionale Agricoltura, la dimostrazione dell’apporto che la tecnologia può fornire alle aziende ha registrato l’attenta partecipazione di tanti operatori.

Diversi gli interventi, nel Centro diretto da Vincenzo Cilona, prima e dopo il volo di un drone che – progettato dal vibonese Antonio Puccio – ha fatto capire agli agricoltori quanto l’utilizzo facile, e neanche tanto costoso, delle perlustrazioni aeree possa portare anche ad un risparmio di tempo e risorse. «Questo apparecchio – ha detto Puccio, che lavora come progettista per conto del Gal vibonese – consente di stabilire, in tempi rapidissimi, il livello di salute di una pianta, grazie a 6 sensori che fotografano attraverso delle bande a infrarosso».

L’agricoltura di precisione, così si chiama la tipologia di intervento che gli imprenditori possono richiedere, è stata implementata dall’assessorato guidato da Gianluca Gallo, grazie al Piano di sviluppo rurale. «Una misura – ha detto il direttore generale Giacomo Giovinazzo – che ha fatto sì che in maniera omogenea, nelle tre Piane calabresi, si facesse quel salto di qualità nell’innovazione e nella modernizzazione. Al di là della coltura, quel che noi vediamo, anche attraverso l’alta partecipazione alle nostre dimostrazioni, è che è passato il concetto che l’imprenditoria calabrese vuole e sa competere».

Grazie al drone, sono svariate le forme di dati - anche climatici – che l’agricoltore può conoscere e immagazzinare. «Queste informazioni che arrivano dall’alto – ha concluso Antonino Sgrò, presidente dell’Ordine degli Agronomi della provincia reggina – arrivano prima di ogni osservazione sul campo, quindi la tempestività ci consente di pianificare misure idonee rispetto ai trattamenti ma anche al risparmio idrico ed energetico che l’immediata conoscenza assicura».