Il commissario Andrea Agostinelli come non l’avete mai visto. Nell’intervista al direttore Pasquale Motta, l’ammiraglio da 4 anni alla guida dell’Autorità portuale di Gioia Tauro va oltre il “suo” bilancio alla guida di un terminal finalmente in ripresa, lancia proposte inedite, risponde con stile ai tanti che aspirano a prendere il suo posto e traccia la rotta per realizzare, finalmente, l’abbinamento tra il transhipment dei container e l’intermodalità dei trasporti.

Nella puntata di Pubblica Piazza, insomma, il resoconto della svolta dei mesi scorsi – agevolare l’avvento come gestore del porto della compagnia dell’armatore Gianluigi Aponte – è diventato l’occasione per spiegare che un limite che aveva portato al tracollo dell’infrastruttura è stato costituito anche dall’aver puntato solo sul trasbordo dei container. «Il nuovo gruppo che si è insediato – spiega Agostinelli – ha delle società che si occupano di ferrovia e quindi penso che sia possibile arrivare a far uscire dal porto un 20/30 % di container via treno».

Il commissario ha poi parlato di governance, ovvero della ritardata nascita di una “Autorità portuale e di sistema” – così si chiama il nuovo ente voluto con la Riforma Del Rio – spiegando che «più volte ho chiesto al governo di accelerare i tempi perché il sistema dei porti calabresi ha bisogno di risorse e organizzazione: non è un problema di nomi e di figure che andranno a guidare questa istituzione».

Proprio su questo, ovvero sulla nomina di un presidente che sostituisca il commissario - che il ministro De Micheli dovrebbe fare nei primi mesi del prossimo anno - Agostinelli ha risposto sornione: «Quando sono arrivato il porto era vicino alla chiusura, si licenziava e il terminalista non investiva, determinando una situazione che non rendeva appetibile quel ruolo, oggi constato invece che ci sono diversi aspiranti che hanno presentato il curriculum, e questa competizione che si è creata è forse anche merito del lavoro di rilancio da noi fatto in questi anni».

Ricordato che la società Msc ha garantito un piano di investimenti da 100 milioni in due anni, e sta riassorbendo le figure che erano state licenziate, Agostinelli ha lanciato una proposta di lungo periodo che nasce anche dalla crisi del consorzio regionale Corap, titolare delle 3 zone industriali che circondano il porto: «Noi saremmo pronti a includere le aree trovando forme, assieme agli altri enti, per ragionare sullo sviluppo complessivo ottimale».