Per il sodalizio risultano indispensabili appositi finanziamenti e «lavorare a una legge organica sullo sviluppo delle aree montane»
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Rafforzare le politiche di sviluppo e riorganizzazione dei servizi per i territori montani della Calabria. È questo il fulcro della lettera inviata dall’Unione nazionale Comuni enti montani alla Regione. In particolare, il presidente nazionale Marco Bussone e il presidente della sezione calabrese Vincenzo Mazzei, spiegano: «In molteplici incontri con sindaci e comunità della Regione abbiamo potuto constatare una importante vitalità, unita alla grande fiducia nel lavoro istituzionale dei Comuni insieme con la Regione. Lo smantellamento delle Comunità montane, più di dieci anni fa, impone a nostro giudizio un efficace lavoro per la riorganizzazione istituzionale, che lasci i Comuni meno soli nel rispondere alle sfide delle crisi economica, sociale, demografica, climatica, energetica».
E ancora: «La rete dei Comuni della Calabria ha bisogno di essere strutturata in Unioni montane e Unioni di Comuni, grandi e piccoli centri insieme. Un lavoro analogo – si legge nella missiva - a quello fatto da molte altre Regioni italiane. Non lasciamo soli i Comuni montani: definire ambiti territoriali ottimali e modalità operative di condivisione e miglioramento dei servizi pubblici e interni alla Pa prevede un'azione di supporto che stiamo svolgendo con il Dipartimento Affari regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso il Progetto Italiae sulla crescita della capacità amministrativa».
Per l’Uncem «vi è un forte bisogno di una azione legislativa della Regione. In primis sul livello istituzionale, ed è importante dare seguito al lavoro in Consiglio sulla proposta di legge relativa alle Unioni montane, già depositata. Lo Stato prevede appositi finanziamenti per l'associazionismo comunale, da sommare agli stanziamenti - di qualsiasi entità siano - delle Regioni. Altresì è importante lavorare a una legge organica sullo sviluppo delle aree montane». Su questi due fronti, il sodalizio assicura massima disponibilità.
«Nel quadro dei percorsi per lo sviluppo delle zone montane appenniniche, sottolineiamo anche la necessità di supportare il lavoro delle Green Communities. Due sono le Strategie finanziate dal Pnrr (Serra San Bruno e Savuto Serre). Al momento non vi è un referente tecnico regionale, che dovrebbe essere individuato per sostenere il lavoro dei territori. Altresì, mentre si sta definendo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il riparto del fondo montagna 2024 (Fosmit) evidenziamo che queste risorse - sommate a un fondo regionale per la montagna, oggi purtroppo non finanziato - potrebbero andare a finanziare nuove Strategie di Green Communties, con un bando regionale. I bandi che si orientano solo a Comuni possono generare conflitti e non avere ricadute diffuse, oltre i confini amministrativi per lo sviluppo locale».
L’analisi prosegue: «La logica della Green Community, per zone omogenee, e anche favorendo il rapporto tra Comuni non montani con le zone montane, è riconosciuta dalla Commissione Europea quale unica possibile per evitare che nelle grandi transizioni epocali che stiamo vivendo, aumentino le sperequazioni, le difficoltà e le disuguaglianze. Siamo certi – concludono - che il vostro massimo impegno porterà importanti nuovi risultati».