L'itinerario per immagini del nuovo format di LaC Primi Piani, il format curato da Francesco Tricoli, parte dall'impatto devastante della crisi economica sui sacrifici di una vita di uomini e donne (QUI LA PUNTATA) che sembrano non avere più certezze per sé e per le loro aziende. La contrazione delle esportazioni di grano dall'Ucraina e l'impennata dei costi della materia prima arrivano così sulla tavola degli italiani con effetti rovinosi.

Il 35% delle imprese agricole è sull'orlo del fallimento, svelano impietose le statistiche previsionali. Sono i numeri di una guerra vera e propria a mettere in allarme soprattutto gli imprenditori di un settore produttivo essenziale che rischia, più di tutti gli altri, una inesorabile contrazione produttiva.

In particolare, quelle dei piccoli e grandi imprenditori agricoli e dei panificatori risultano di fatto essere le categorie maggiormente dipendenti dalle fluttuazioni al rialzo del prezzo delle risorse primarie. Un dramma dalle consistenti proporzioni. 

«Abbiamo paura di fallire»

A raccontarci delle enormi difficoltà che si trova a dover affrontare la sua piccola azienda di famiglia è Maria Luisa Pellicori, proprietaria di un caseificio del cosentino: «La paura di fallire c'è – ammette - perchè devi augurarti che tutto vada bene e che non ci siano imprevisti ad affrontare i quali saremmo impreparati».

E c'è poi l'aspetto occupazionale: «Prima di dire ad i miei dipendenti che siamo al collasso ed avviare licenziamenti, sarei io stessa la prima a chiudere battenti. Ed in ogni caso fino all'ultimo, finché potrò, cercherei di aiutare le loro famiglie: o stiamo tutti insieme o moriamo tutti insieme».

Del resto è sufficiente dare un'occhiata alle bollette della fornitura elettrica dell'ultimo periodo per accorgersi del disastro che investe il settore: «Siamo passati da una bolletta media di duemila ad una da oltre seimila euro – racconta Mario Grillo, titolare di una fattoria in Sila – è un costo che comincia ad essere insostenibile per noi che produciamo un bene fondamentale».

«I nostri sacrifici azzerati»

Non va meglio per i panificatori, legati a doppio filo alle instabilità di mercato del prezzo di energia elettrica, gas e farina: «Se non si trova una soluzione siamo destinati a chiudere – dice con gli occhi lucidi Gianfranco Aiello, titolare di uno storico panificio di Rende - ho dipendenti che lavorano con me da oltre vent'anni con i quali siamo cresciuti insieme e vedere i sacrifici di una vita azzerati in questo modo fa piangere».

«La moratoria dei debiti per aiutare le aziende»

E non è finita, perché come avverte il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto, il peggio deve ancora arrivare: «Qui si tratta di beni primari irrinunciabili che arrivano sulle tavole di milioni di famiglie ed è impensabile quindi che si possa far finta di nulla» .

E non si può nemmeno pensare di rallentare la produzione o procedere a recuperare risorse ricorrendo ai licenziamenti: «Nel momento in cui l'azienda agricola- dice Aceto - comincia a licenziare perchè non può pagare, vuol dire che è iniziato il declino verso la chiusura. E da lì alla chiusura è questione di pochi giorni. Questo tipo di azienda segue il ritmo della natura che non ammette rallentamenti o blocchi: ci sono animali da rifocillare, piantagioni da curare, scadenze naturali indifferibili».

Una soluzione, spiega ancora il numero uno di Coldiretti, però ci sarebbe: «La moratoria dei debiti – sottolinea Aceto – potrebbe proteggere le aziende in difficoltà dall'esposizione debitoria e salvarle così dal fallimento certo».

È possibile rivedere l'intera puntata su LaC Play.