Il rapporto Istat presenta un quadro a tinte fosche. La regione è l’ultima d’Italia per la retribuzione media oraria dei dipendenti delle aziende non statali
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Un quadro allarmante ma (purtroppo) per nulla sorprendente. È quello emerso dal rapporto Istat sugli stipendi italiani, dal quale scaturisce l’ennesima maglia nera per la Calabria. Nello specifico la ricerca dell’Istituto di statistica riguarda la retribuzione media oraria dei dipendenti del settore privato, pari, a livello nazionale, a 13,80 euro nel 2014, 14,01 euro nel 2015 e 13,97 nel 2016. La metà dei dipendenti percepisce una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,06 euro nel 2014 e a 11,21 euro nel 2015 e nel 2016.
La maglia nera della Calabria
In cima alla classifica nel 2016 troviamo la Lombardia (12,02 euro), seguono Trentino Alto Adige (11,96) e Piemonte (11,80). Come spiegato in precedenza, le retribuzioni più basse si rilevano appunto in Calabria, con una media di 10,01 euro all’ora. Seguono Puglia (10,10 euro) e Campania (10,10 euro). L'aumento più significativo tra 2014 e 2016 è stato registrato in Trentino Alto Adige (+2,0%), Abruzzo, Puglia (+2,3%) e Basilicata (+3,3%).
Il tipo di impresa
Con riguardo alle caratteristiche dell'impresa dove il lavoratore è occupato, le retribuzioni orarie mediane crescono al crescere della dimensione aziendale, con una progressione maggiore nell'Industria rispetto ai Servizi. Nel 2016, la retribuzione oraria mediana è pari a 10,18 euro nell'Industria e a 10,07 euro nei Servizi per le imprese con meno di 10 dipendenti; a 15,93 euro nell'Industria e 12,04 euro nei Servizi per quelle con 250 dipendenti e più.
Le differenze di genere
Per le donne, la distribuzione delle retribuzioni orarie è orientata verso livelli bassi. Nel 2016 ha percepito una retribuzione oraria superiore a 15 euro il 17,8% delle donne contro il 26,2% degli uomini. Una retribuzione oraria inferiore a 8 euro è stata invece percepita dall'11,5% delle donne e dall'8,9% degli uomini.
I nuovi rapporti di lavoro stipulati nel 2016 fanno registrare una retribuzione oraria pari a 9,99 euro, che è più bassa del 18,4% rispetto a quella dei rapporti in essere (12,25 euro). In termini percentuali la differenza di retribuzione oraria mediana dei nuovi rapporti rispetto a quelli in essere è molto più alta per gli uomini (-21,5%) che per le donne (-14,6%).
Lavoro qualificato
In sede di attivazione di un nuovo rapporto di lavoro, chi ha una laurea viene retribuito in media il 9,9% in più, valore che sale al +15% nel Nord-Ovest e si riduce al +0,8% nel Mezzogiorno.
Nel 2016 il 6,3% delle posizioni lavorative ha avuto una retribuzione oraria inferiore o uguale ai due terzi della mediana nazionale, ovvero inferiore o uguale a 7,47 euro. Tali posizioni a bassa retribuzione ("low pay jobs") sono diminuite rispetto al 2014 (-6,7%).