Con la ripresa delle attività scolastiche e le aule piene di studenti si ripropone la necessità della messa in sicurezza degli edifici scolastici. E tra le necessità più urgenti c’è l’adeguamento sismico delle migliaia di scuole ad alta vulnerabilità già censite nell’Italia centro-meridionale. Ecco l’analisi del geologo Marco Pileggi del Consiglio Nazionale Amici della Terra

 

“Una necessità che non può essere ignorata o sottovaluta nella regione a più elevata pericolosità sismica del Bel Paese e con tutti i comuni classificati nelle due zone a maggiore pericolosità sismica. Dove più di 1.500 edifici scolastici sono localizzati nei 261 comuni classificati nella Zona 1 più pericolosa dove possono verificarsi fortissimi terremoti. E dove la vulnerabilità sismica di tantissime scuole è stata accertata già prima dell’introduzione delle più restrittive Norme Tecniche per le Costruzioni vigenti dal 2008.

 

E’ vero che non è possibile prevedere dove e quando avverrà il prossimo terremoto ma è da irresponsabili agire come se non accadrà mai più una forte scossa come le tante che nei secoli scorsi hanno già colpito tutti i 409 comuni della regione. D’altra parte, nelle stesse scuole non mancano i libri con dati e testimonianze che documentano le distruzioni e i morti provocati in tutti i comuni calabresi da terremoti come quelli del 1638, del 1783, del 1905 e del 1908. Come non mancano le disponibilità per accedere ai dati dei più recenti studi e pubblicazioni scientifiche sull’assetto geodinamico e sui vari processi di evoluzione geologica in atto nel territorio calabrese. Dati utili per il recupero della memoria storica, la comprensione dei rischi ai quali si è esposti e agire per prevenire.

                      

L’inidoneità sismica dei vari edifici scolastici dei 409 comuni calabresi è documentata ad incominciare dal 1999 nella “Graduatoria della Vulnerabilità” del noto e dettagliato “Rapporto Barberi” e nelle successive analisi e approfondimenti pubblicati nel 2005 in due volumi denominati “Inventario e vulnerabilità degli edifici pubblici e strategici dell’Italia centro-meridionale” e “Analisi di vulnerabilità e rischio sismico” dell’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia e Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti”. Da questi documenti scientifici è emerso: che il 74% degli edifici scolastici della regione è stato classificato a vulnerabilità alta e medio-alta; e, in particolare che ben 1.221 scuole sono state incluse nella classe ad alta vulnerabilità mentre 1.736 in quella a medio-alta vulnerabilità. Per la regione Sicilia gli edifici scolastici classificati ad alta e a medio-alta vulnerabilità risultavano rispettivamente 761 e 657.

 

Documenti da riportare alla luce e che stimolano domande come ad esempio: in quali di queste scuole sono stati realizzati i necessari lavori di adeguamento sismico? E quante scuole classificate vulnerabili continuano ad essere riempite da alunni e docenti senza essere state messe in sicurezza sismica?

 

 330 domande di adeguamento sismico

Una risposta indiretta a questa domanda si trova nei dati di recente pubblicati sul sito web “Bando adeguamento sismico di edifici scolastici” della Regione Calabria dove sono indicate le 330 domande di adeguamento sismico, prevalentemente di scuole elementari e medie, presentate entro aprile 2017. Sempre tra i dati di questo primo Bando regionale finanziato con 30 milioni di fondi POR è anche significativo il numero limitato, solo 20, delle domande ammesse a finanziamento.

 

Lo stesso sito evidenzia che dopo questa prima tranche di interventi, nel programma di finanziamenti per l’adeguamento sismico delle scuole che la Regione ha avviato, è prevista l’utilizzazione: di risorse del PON FESR 2014-2024 in corso di attivazione da parte del MIUR (oltre 53 milioni di euro finanziati alla Regione Calabria); di fondi del piano nazionale 2018-2020 nel cui riparto alla Regione Calabria saranno assegnate oltre 70 milioni di Euro; e risorse finanziarie rese disponibili nell’ambito delle strategie Agenda Urbana e Aree Interne del POR Calabria FESR 2014-2020. A questi positivi segnali e di attenzione per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici non si accompagnano analoghi e adeguati segnali da parte dei Ministeri competenti e dei comuni e delle Province calabresi.

 

La rilevanza di risorse e attività richieste, per mettere a norma tutti gli edifici non adeguati ai vigenti standard sismici, emerge considerando il numero di scuole non antisismiche: 879 nella Provincia di Cosenza, 514 nella Provincia di Reggio Calabria, 466 nella Provincia di Catanzaro, 263 nella Provincia di Catanzaro e 219 nella Provincia di Crotone.

 

Un numero poco considerato nella ripartizione nazionale dei fondi per gli interventi di adeguamento strutturale e antisismico come si rileva sia nella pagina web “Sicurezza degli edifici scolastici” della Protezione Civile nazionale, sia nei dati e grafici pubblicati da “ItaliaSicura.Scuole” come quello sulle “Risorse totali di finanziamento per regione con confronto numero di edifici”.

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Sulla inadeguata attenzione degli amministratori locali, ad esempio, è da evidenziare che molte decine di comuni calabresi non dispongono del necessario Piano di Emergenza di Protezione Civile. E che tutti i cittadini dei 409 comuni della regione non vengono adeguatamente informati su contenuti e aggiornamenti dei Piani di Protezione Civile comunali e non sono coinvolti nelle necessarie e continue attività di esercitazione da realizzare. Com’è da evidenziare la limitata attenzione delle Province per i bandi regionali per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici, per i finanziamenti per l’edilizia scolastica disponibili dallo sblocco del patto di stabilità interno e per la progettazione di scuole nei Comuni che sorgono in Zona sismica 1.

 

Permane la necessità di non oscurare la realtà dei tanti giovani e adulti che frequentano aule di edifici scolastici non idonei a resistere a scosse sismiche come quelle che nel passato hanno colpito i territori che ospitano le stesse scuole. E di continuare ad informare anche per favorire la crescita e diffusione della necessaria cultura della prevenzione. E, soprattutto c’è l’urgente necessità di agire per la messa in sicurezza delle scuole e per evitare la perdita di vite umane a seguito di inevitabili eventi naturali come i terremoti”.