Hanno aderito le sigli locali dei Cobas e Usb a cui si sono aggiunti anche gli studenti che denunciano classi pollaio e assenza di un piano scolastico adeguato
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Cosenza ha risposto presente alla mobilitazione nazionale per il lavoro lanciata dai sindacati di base. Allo sciopero generale hanno aderito le sigle locali dei Cobas e dell’Usb, a cui si sono uniti degli studenti che denunciano le classi pollaio e l’assenza di un piano scolastico all’altezza della situazione.
I manifestanti hanno percorso in corteo le vie del centro, passando anche sotto la sede di Confindustria, simbolicamente a voler rimarcare le responsabilità della precarietà nel mondo del lavoro. In un incontro con il prefetto hanno poi esposto le loro rivendicazioni.
sindacati di base per le strade della città
I sindacati di base si sono dati appuntamento a piazza Loreto ed hanno raggiunto poi piazza XI settembre scandendo i loro slogan. Cosenza era una delle tre città calabresi, insieme a Catanzaro e Gioia Tauro, che aveva aderito all’appello lanciato a livello nazionale per i settori scuola, uffici pubblici e trasporti (treni, aerei, autobus, metro, traghetti).
Nell’incontro in prefettura si è motivato il perché dello sciopero. I temi trattati, tra gli altri, sono l’abrogazione del Jobs Act, il ripristino dell’articolo 18, l’abrogazione dei contratti precari, una maggiore sicurezza e reddito per le classi popolari. Chiesti inoltre investimenti su scuola, sanità, trasporti ed edilizia popolare.
«Oggi – ha spiegato Stefano Mancuso, rappresentante del Cobas telecomunicazioni – abbiamo affrontato tutte relative alle classi popolari, dai rincari fino alle vertenze locali dei lavoratori. Questo governo risponde ai diktat delle élite economiche rappresentate da Confindustria. Un esempio di macelleria sociale, per fare un esempio, è la vertenza Alitalia».
C’è spazio anche per un commento sui fatti di Roma. «È stata portata avanti un’enorme strumentalizzazione del disagio sociale e del mondo del lavoro per compiere un atto dichiaratamente fascista. Atto che nulla c’entra con le esigenze di chi era in piazza. Siamo in forte disaccordo con i sindacati confederati, ma riteniamo le cose successe sabato da respingere nettamente. In testa a quel corteo c’era gente di Forza Nuova con sorveglianza speciale: ha percorso più di un chilometro arrivando fin dentro la sede della Cgil. Non possiamo girarci indietro dinanzi a queste cose, non lo faremo mai».