VIDEO | Il futuro dell’impianto ancora incerto. Alessia Alboresi, portavoce regionale del partito, lancia un appello affinché si trovi una soluzione senza danneggiare nessuno
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Il futuro della centrale del Mercure di Laino Borgo è al centro di un acceso dibattito che mette di fronte la tutela ambientale e la necessità di garantire occupazione. Una questione complessa, che impone una riflessione attenta su come coniugare sviluppo e sostenibilità senza sacrificare nessuna delle due esigenze.


Secondo Alessia Alboresi, co-portavoce regionale di Europa Verde, il problema deve essere affrontato con una prospettiva nuova e non con logiche del passato. «Non possiamo leggere problemi contemporanei con il prisma del passato», ha dichiarato, sottolineando l’importanza di un dialogo aperto tra tutte le parti coinvolte. Uno degli aspetti più contestati della vicenda è l’approvazione della legge Omnibus, che ha modificato il quadro normativo senza un vero dibattito pubblico.
«L’imposizione di questi emendamenti ha escluso qualsiasi possibilità di mediazione, ed è questo l’errore principale», ha spiegato Alboresi. Un altro aspetto controverso riguarda la decisione del governo nazionale di riavocare la questione, richiamando a sé il potere decisionale. Un atto che ha sollevato dubbi sulle reali intenzioni di tutelare l’autonomia regionale e sull’effettiva volontà di trovare una soluzione condivisa.
Ambiente e lavoro: due esigenze conciliabili
Uno dei punti centrali del dibattito riguarda la presunta incompatibilità tra la transizione ecologica e la tutela dei lavoratori. Secondo Europa Verde, questa contrapposizione deve essere superata. «L’idea che la conversione energetica debba penalizzare i più deboli è sbagliata. Il vero pericolo per le fasce più fragili è rappresentato dai cambiamenti climatici», ha affermato Alboresi, ribadendo che la priorità deve essere la tutela dell’ambiente, perché senza un ecosistema sano non può esserci sviluppo economico.
Un altro elemento critico riguarda la valutazione dell’impatto ambientale dell’impianto. Secondo alcuni studi, gli effetti della centrale potrebbero essere meno gravi del previsto, mentre altri osservatori forniscono dati contrastanti. «Se non si trova un accordo sugli indicatori ambientali, è necessario coinvolgere un ente terzo, indipendente, che possa fornire una valutazione oggettiva», ha proposto Alboresi, evidenziando la necessità di trasparenza nel processo decisionale.
Una questione aperta che richiede risposte immediate
Il futuro della centrale del Mercure resta ancora in bilico. Da un lato, c’è la volontà di tutelare i posti di lavoro e garantire un equilibrio economico al territorio. Dall’altro, la crescente attenzione alla sostenibilità impone una riflessione sulle conseguenze ambientali delle scelte energetiche. Europa Verde si dice disponibile a un tavolo di confronto che metta al centro l’ambiente e la giustizia sociale, senza dogmi ideologici. Ma la necessità di trovare un punto di equilibrio è più urgente che mai.