«Su Sacal io sono intervenuto subito perché ho giudicato strano quello che era successo». Nell’intenso pomeriggio di Roberto Occhiuto in Consiglio regionale non poteva mancare un accenno alla vicenda degli aeroporti calabresi che a tutt’oggi sono passati dalla guida pubblica a quella privata, con la spada di Damocle dell’Enac che ne chiede il commissariamento minacciando il ritiro delle licenze se la situazione non cambierà.

Sul punto Occhiuto si è già espresso, ma sollecitato da Antonio Lo Schiavo (deMa) che chiede se il presidente crede o non crede nel ruolo pubblico delle partecipate, ha approfondito: «Sono stato a Roma, ho parlato col presidente di Enac, ho parlato al Ministero, il socio privato non può avere la maggioranza delle quote. Dopo qualche giorno il socio privato, che non ho avuto tempo di incontrare, ha scritto dicendo di essere disponibile a ripristinare la situazione precedente: come dire, abbiamo scherzato ritorniamo come eravamo prima».

Di fronte ad una situazione del genere – con il privato che si dice disposto a rivendere le quote acquisite in fase di ricapitalizzazione – sono un po' cambiate le carte in tavola, con la Regione a rimescolarle e a dettare la linea: «Io ho fatto una valutazione che ciascuno con le categorie della dirigenza farebbe: cioè se c'è una denuncia, se ci sono gli organismi di vigilanza che stanno verificando se c'è stato un comportamento doloso e se c'è un comportamento potenzialmente doloso da parte del management di Sacal e della proprietà, una società con un socio che ha potenzialmente posto in essere atteggiamenti dolosi forse è meglio che non le facciamo».

Insomma il presidente non ci è andato per il sottile, facendo valere il peso dell’istituzione di fronte ad un atteggiamento, quello della Sacal e del socio privato nell’ambito della ricapitalizzazione, che mostra più ombre che luci e che potrebbe riservare ancora delle sorprese relativamente alla posizione della nuova società.

Ed è per questo che Occhiuto ha fatto sapere al socio privato che le azioni per 12 milioni di euro che possiede all’interno di Sacal possono valere molto di più se c’è una Regione che ha un approccio collaborativo, perché si fida del socio privato. Ma se queste condizioni non ci sono – è il ragionamento del presidente della giunta - e l’Ente si impunta, aggiungendosi a Enac nel chiedere la revoca della concessione, queste quote non valgono più 12 milioni ma valgono zero, considerando che verrebbe meno anche la concessione.

Insomma, un approccio muscolare alla vicenda, quello di Occhiuto che quindi facendo pressione sugli attori in campo ha detto “o tutto o niente”: «O il socio privato ci dà la disponibilità di acquisire l'intero pacchetto, oppure non se ne fa niente. Bene, il socio privato qualche giorno fa mi ha scritto che è disponibile a dare l’intero pacchetto delle sue quote alla Regione e quindi stiamo verificando ora il percorso amministrativo per rendere questo possibile, perché a me piacerebbe, in una fase nella quale pensiamo a meccanismi di sviluppo locale, rendere la Calabria più attraente a intercettare i flussi turistici che prima andavano nel nord Africa, e ora noi potremmo intercettare, e gli scali aeroportuali fossero scali il cui sviluppo è tra le leve di politica economica che noi vogliamo realizzare, quindi che fossero nella disponibilità della Regione, ma oggi la Regione ha meno del 10%».