VIDEO | La rabbia delle organizzazioni sindacali pronte ad un’azione risarcitoria. Intanto, Reggio chiede a gran voce il piano industriale per capire se c’è traccia del suo futuro ma ogni appello cade nel vuoto
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Ancora acque agitate per i lavoratori dei tre scali aeroportuali calabresi e per la Sacal, la società guidata dal manager Giulio De Metrio, la cui crisi economica è ormai nota e per la quale i travasi di liquidità dalla Regione sembrano riuscire ad incidere poco. Dopo settimane di trattative con i sindacati per togliere gli ammortizzatori sociali agli assunti e farli rientrare in un regime lavorativo ordinario, dopo i confronti continui per cercare di fare rientrare quanti più stagionali possibile, arriva la doccia fredda. Per quanto riguarda il servizio per persone a mobilità ridotta la Sacal ha abdicato a stagionali e precari che fino ad ora avevano gestito l’attività, decidendo di affidarsi ad una società esterna.
Il tutto in totale autonomia, raggirando l’ultimo accordo preso e che voleva che la Sacal consultasse l’Ispettorato Nazionale del Lavoro per poi esprimersi sul merito coinvolgendo le sigle. Invece, il colpo di coda: troppo il tempo trascorso senza risposta, troppo per la società che avrebbe così deciso di sua sponte di ricorrere ad una realtà esterna lasciando le sigle con un pugno di mosche in mano.
I sindacati non ci stanno lanciano un ultimatum al termine del quale sono pronti ad avanzare portando avanti un’azione risarcitoria. Orecchie da mercante questa volta, non solo nei confronti dei sindacati, ma della politica tutta, la Sacal sta facendo anche per quanto riguarda il piano industriale. «Il piano c’è», assicura De Metrio ma di mostrarlo non se ne parla. Cosa che non va giù in particolare ai reggini che in quel documento sperano ci siano rassicurazioni sul destino del loro scalo.