VIDEO-INTERVISTA | Vibo, Reggio e Cosenza rinunciano a causa dei bilanci non floridi che non consentono di rinunciare agli importi attesi. Crotone dice Sì ma ricorre a un meccanismo particolare e lo stralcio non sarà automatico. La Regione guida il fronte del No
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I numeri sono numeri e se ne fregano dell’ideologia. Così non tutte le amministrazioni di centrodestra hanno seguito la scelta del Governo sul condono delle cartelle fino a mille euro.
Palazzo Chigi, infatti, nell’ultima Finanziaria ha previsto il condono di queste cartelle lasciando agli enti locali la possibilità di scegliere se aderire o meno a questa sorta di condono almeno per la parte che riguarda sanzioni, interessi legali e more. Come abbiamo scritto ieri la Regione Calabria ha deciso di non dare seguito.
Doccia fredda | La Calabria dice No alla rottamazione delle cartelle esattoriali: la decisione della giunta regionale
Lo ha fatto non solo per ragioni di salvaguardia dei conti, ma anche per un motivo “etico” ovvero dare un segnale ai contribuenti virtuosi che evadere o eludere le tasse non è moralmente accettabile. Qualcuno ha sollevato il problema di una distonia politica fra Roma e Catanzaro, il fatto che sia strano che un’amministrazione di centrodestra non abbia dato seguito ad una delle battaglie più caratterizzanti di alcuni partiti di maggioranza, in particolar modo della Lega da sempre favorevole a condoni e rottamazioni. Eppure la scelta è stata votata anche dall’assessore in quota Lega della giunta Occhiuto, Emma Staine.
«Il saldo e lo stralcio delle cartelle esattoriali, che consenta ai contribuenti in difficoltà di beneficiare quindi della cancellazione di parte del debito residuo - spiega l’attuale assessore regionale al Welfare e ai Trasporti - è certamente una battaglia che la Lega ha portato avanti e della quale resto fortemente convinta. Ciò detto, ogni provvedimento va poi valutato con la ricaduta che ne consegue sul territorio di appartenenza. Votare contro la rottamazione è stata una scelta di responsabilità, considerato che il dirigente del settore economico in sede di Giunta ha comunicato ed evidenziato che mancherebbero le coperture finanziarie per sopperire a tale provvedimento. Dunque, ho ritenuto fondamentale evitare ogni ripercussione negativa sul bilancio regionale che metterebbe a rischio i servizi per i cittadini che vivono difficoltà ataviche. Il mio obiettivo fondamentale, condiviso con il partito, è trovare soluzioni concrete per diminuire sensibilmente il gap che la Calabria possiede rispetto al resto del Paese».
Insomma la Staine parla di un atto di responsabilità perché secondo alcune indiscrezioni aderire al provvedimento del Governo per la Calabria avrebbe significato minori entrate per circa 70 milioni di euro. Soldi esigibili. Un buco che il nostro bilancio regionale non può certo permettersi.
La Staine non è la sola a pensarla così. Tantissimi comuni, indipendentemente dal colore politico e dalla grave situazione economica che vive il Paese, hanno deciso di non aderire. Ad esempio Roma ha detto no nonostante l’assessore al Bilancio Carolina Varchi, è anche deputata tra le fila di Fratelli d’Italia. Anche i tecnici dell’Anci, l’associazione dei Comuni, non hanno nascosto le perplessità sulla normativa, e stanno insistendo perché, in sede di conversione in legge del Dl “milleproroghe”, «la facoltà di definizione agevolata dei ruoli (la “rottamazione” prevista dalla legge di Bilancio per i soli carichi affidati all’Agenzia delle Entrate) venga estesa anche alle altre forme di pagamento adottate da moltissimi Comuni», compresi ingiunzioni di pagamento e accertamenti esecutivi, spesso gestiti da concessionari privati.
Se questa è l’aria che tira in Italia, figuriamoci in Calabria dove gran parte dei Comuni è alla prese con dissesto o predissesto. Fra i capoluoghi calabresi che hanno detto no al condono troviamo ad esempio Reggio Calabria. Ha aderito invece Catanzaro, nonostante sia a guida di centrosinistra. originario. Nella delibera della giunta Fiorita si fa riferimento all’intento di «alleggerire il carico finanziario», incentivando «la regolarizzazione delle posizioni debitorie» ed evitando così esecuzioni forzate.
Catanzaro è l’unica però ad aver aderito. Rende e Cosenza, la prima sta faticosamente uscendo dal predissesto, la seconda vi è impantanata dentro, ancora non hanno preso una posizione ufficiale. Le ragionerie stanno ancora valutando l’impatto che una possibile adesione può avere sui conti. No secco anche da Vibo Valentia anche in questo caso per ragioni sostanzialmente economiche. Infine Crotone. La città di Pitagora ha aderito al condono ma prevedendo un meccanismo particolare quindi lo stralcio non sarà automatico.
Insomma i conti sono conti e delle ideologie poco gli importa.