Ancora in fase di stallo il programma Futur-E per il riutilizzo e la riqualificazione della Centrale Enel di Sant’Irene-Cutura a Corigliano-Rossano. Dopo essere sfumata, ormai da anni, la possibilità di una riconversione dell’area industriale per la produzione di energia elettrica, il sito vira verso un nuovo core business più adeguato alle vocazioni del territorio. Ci sono delle idee in campo ma ancora tutto rimane fermo, mentre cresce la preoccupazione dei sindacati che vogliono chiarezza sul futuro lavorativo di questo mega insediamento.

«Al momento c’è solo un progetto»

«Attendiamo di conoscere quali sono le scelte che Enel vorrà varare per il futuro di questo grande complesso industriale. Al momento esiste solo un progetto, in fase avanzata, che è quello di un impianto di coltivazione di alghe. Ma copre solo il 10percento dell’intera superficie disponibile dell’area. Con il restante 90percento che si fa?» È la domanda che si pongono i sindacati confederati e particolarmente la UilTec Calabria che, attraverso il suo segretario regionale, Gino Campana, è ritornata ad incalzare la grande holding energetica sul futuro del sito di Sant’Irene-Cutura.

 

«Enel – aggiunge Campana – nel corso dell’ultimo incontro, nei giorni scorsi alla presenza anche del commissario prefettizio di Corigliano-Rossano, Domenico Bagnato, ci ha comunicato che entro settembre si avrà un prospetto definitivo dei progetti al vaglio. Al momento abbiamo valutato ufficialmente solo quello dell’alga-coltura, per il resto non si ha certezza. Ed è qui la nostra preoccupazione – precisa il Segretario regionale di Uil Tec, ramo degli elettrici dell’Unione italiana del lavoro che in quella che fu la Centrale di Rossano ha sempre avuto una rappresentanza predominante – perché ci chiediamo quale è la reale prospettiva di lavoro che questa grande area industriale della Calabria e del Meridione, potrà garantire ad un territorio che chiede sviluppo e che negli anni – conclude - ha dato un importante contributo alla causa produttiva della più importante società energetica nazionale».

 

Le prospettive turistiche e la nuova frontiera delle telecomunicazioni

Non c’è nulla di ufficiale, ma al momento al vaglio di Enel – oltre al centro di sperimentazione per coltivazione di alghe da impiegare nel campo alimentare e della cosmesi che porterebbe all’impiego di oltre una trentina di unità specializzate - ci sarebbe anche un grande progetto di riqualificazione dell’impianto di Sant’Irene-Cutura (una superficie di oltre 30 ettari a ridosso del Mar Jonio) che porterebbe dritta verso una nuova e lungimirante prospettiva turistica. Una mega struttura ricettiva in cui far sorgere servizi e nuove attrazioni. Ma di questo se ne saprà di più e meglio a settembre.

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Attenzione, però, perché le ultime indicazioni del Governo potrebbero anche far invertire la rotta e indurre i vertici della holding a pensare ad un nuovo piano di investimento. Un’ipotesi del tutto remota, considerata la volontà di Enel di lasciare il territorio, ma comunque da annoverare nell’ambito delle possibilità.  Il vice premier Di Maio, infatti, nei giorni scorsi ha ribadito l’essenzialità di ritornare ad investire nelle telecomunicazioni, quasi a voler fare del Paese una grande centrale di sperimentazione e stoccaggio dei dati che girano nella rete mondiale. Enel in questo potrebbe giocare la sua partita dal momento che proprio la società energetica già a partire dal 2016 ha iniziato ad investire nel business del cablaggio. Chissà mai – essendoci al vaglio delle proposte di Futur-E anche questa idea – che l’ex centrale di Rossano possa trasformarsi in un grande centro di raccolta ed elaborazione dati. Fantascienza? Può darsi. Ma le vie dello sviluppo sono, anch’esse, infinite.

 

Vero è – e questa è percezione di tantissimi cittadini di Corigliano-Rossano e del territorio – che negli anni scorsiè stato commesso un grave errore: quello, perpetrato dalle istituzioni locali, di non voler avviare un dialogo costruttivo, aperto e risolutivo sulla riconversione della centrale di Rossano. Un atteggiamento diverso, intransigente ma aperto al confronto, probabilmente, avrebbe portato Enel a continuare ad investire in questo territorio dove negli anni ha compromesso – senza però un reale riscontro -  le prospettive del turismo della bassa Sibaritide, ma con altrettanta verità ha prodotto tantissimo benessere.