«Il rispetto delle corrette relazioni sindacali non è un concetto da declamare in astratto ma da applicare in concreto. Purtroppo, quanto sta accadendo in Regione Calabria dimostra che l’attuale Amministrazione non solo sta disattendendo questo principio ma lo sta ripetutamente calpestando».

A lamentare la sistematica violazione del Contratto collettivo nazionale di lavoro è la Csa-Cisal che denuncia come siano già «numerosi, e si stanno moltiplicando» gli episodi che riguardano aspetti cruciali dell’ente regionale, dalla riorganizzazione della struttura organizzativa della Giunta regionale, al trattamento riservato ai dirigenti e non ultimo il piano del fabbisogno di personale.

Informazione preventiva violata

Proprio rispetto alla riorganizzazione della struttura organizzativa della giunta il sindacato fa notare come già a novembre del 2021, quando ancora l’esecutivo non era stato formato, si sia verificato il primo episodio. Secondo la ricostruzione offerta dalla Csa-Cisal «l’atto era stato trasmesso ai sindacati alle ore 18:33 del 7 novembre, ciononostante lo stesso era stato poi approvato nella stessa giornata con decreto del presidente della giunta e pochi minuti dopo pubblicato sul Burc. Già all’epoca il sindacato Direl/Csa inviò una missiva al governatore, all’assessore e al dg del Personale invocando la corretta applicazione dell’articolo 4 comma 3 del Ccnl 2016-2018 del 17.12.2020». L’articolo in questione prevede che l’informazione sia trasmessa in determinati tempi, modi e contenuti tali da poter consentire una valutazione approfondita dell’impatto della stessa. Per il sindacato ovviamente l’istituto dell’informativa è stato violato, «poiché non c'è stata alcuna convocazione affinché si rendesse pubblica e conoscibile l'atto adottato dall’Amministrazione come richiederebbe la normativa vigente».

Ma sulla riorganizzazione della macchina burocratica l’Amministrazione è intervenuta anche dopo nel 2022. «Peraltro - aggiunge il sindacato Csa-Cisal - in maniera piuttosto confusionaria visto che il nuovo provvedimento è stato trasmesso più volte e con modifiche: l’8 aprile, l’11 aprile e il 20 aprile». Anche in questa circostanza il sindacato Direl/Csa si è fatto sentire (con missiva del 12 aprile) e lo stesso dg del personale ha ammesso, con nota del 17 aprile, che la materia è oggetto di informazione preventiva.

Fabbisogno del personale

La storia si è ripetuta con il Piano triennale del fabbisogno di personale 2022-2024. L’atto è stato inviato alle organizzazioni sindacali alle 12:09 del 22 aprile e nella stessa giornata è stato poi deliberato in giunta. «Che modo è di garantire l’informazione preventiva?» si chiedono dalla Csa-Cisal che lamenta il fatto che Occhiuto lo abbia annunciato prima alla stampa: «Non il massimo del rispetto delle corrette relazioni sindacali. Ricordiamo che l’istituto che richiamiamo – si legge nella nota - è fondamentale anche se può sembrare minimalista. Nel senso che si dà alle sigle sindacali la possibilità di formulare proposte o osservazioni per un corretto funzionamento della macchina amministrativa, seppure l’Amministrazione possa anche ignorarle. Bene, nemmeno questo è stato consentito. I provvedimenti sono stati inviati già a giochi fatti».

Insomma per la Csa-Cisal un «autentico sgarbo», che non permette di capire – visto che l’argomento riguarda la “riqualificazione” (attraverso titoli di studio) del personale interno, ferma da circa un ventennio, attraverso l'utilizzo degli istituti del decreto reclutamento - «quale sia stato il criterio per stabilire 80 progressioni verticali». Numero considerato piuttosto esiguo.

A giochi fatti

Le organizzazioni sindacali sono state convocate per oggi, dall’assessore al Personale Pietropaolo, per affrontare tre ordini del giorno, ma in tre ore. Per la Csa-Cisal ciò dimostra la scarsa considerazione dell’attuale amministrazione regionale, che sta mettendo una pezza peggio del buco: «Dove mai si sono viste osservazioni ad un atto già adottato? Possono esistere le proposte postume?». La contestazione però è anche diretta al trattamento riservato ad alcuni dirigenti, i quali sono stati cambiati di settore o addirittura di dipartimento senza conoscere il proprio destino.
Insomma per Csa-Cisal un modo di procedere da considerarsi «sistematico» e «poco sostenibile».

Da qui la denuncia: «È come voler mettere il bavaglio alle organizzazioni sindacali che si vedono somministrare un pasto su una tavola già apparecchiata dove nessuno può proferire parola. Le relazioni sindacali sono così stracciate e il diritto all’informazione preventiva manifestamente leso. L’assessore al Personale dovrebbe capire che questo modo di procedere non può funzionare più e non è rispettoso della dignità dei lavoratori».

L’ultima tiratina d’orecchie è per il capo dell’esecutivo: «Caro presidente Occhiuto che senso ha incontrare i segretari confederali della Triplice per parlare di Calabria quando, come sa benissimo, i risultati dell’azione di governo si possono ottenere soltanto con una macchina burocratica ben funzionante. Eppure, non degna di attenzione i sindacati della Regione che hanno il contatto diretto con i lavoratori. Non sembra molto arguta come strategia. Di certo, noi non staremo a guardare e non tollereremo altre violazioni dei diritti sindacali».