La Sorical è la società che gestisce le risorse idriche per conto della Regione Calabria. Uno di quegli strumenti a capitale pubblico, sui quali è transitata la competenza della vecchia Casmez. La società,  da anni è in sofferenza con forti perdite, soprattutto per l’incapacità a farsi pagare dagli enti comunali. Alle spalle, dunque, una lunga scia di dibattiti e discussioni feroci su come uscire da una gestione, almeno dal punto di vista finanziario, fallimentare. Mario Oliverio ha affidato la gestione di questa società pubblica a Luigi Incarnato, detto Gigino, ex assessore ai Lavori Pubblici e segretario del partito socialista alleato del Pd. In questi giorni la Sorical sta procedendo ad una vagonata di assunzioni,  chiaramente senza passare da un concorso pubblico, ma attraverso il vecchio e consolidato strumento del colloquio, lo strumento principe per alimentare il clientelismo calabrese, della serie “assumo chi cavolo mi pare”.

 

Siamo alle solite. Il vecchio e consolidato cliché meridionale di spregiudicata fattura clientelare. Il merito infatti, è argomento convegnistico o da campagna elettorale. Un modo per prendere per i fondelli i creduloni. 35 assunzioni sono state già fatte, e sembra che,  in queste ore,  si stia procedendo a farne altre 20. Totale 55 assunti. Detto ciò, difficile comprendere a cosa servono e, soprattutto,  come si concilia questa mega operazione di assunzioni, con lo stato delle finanze della società. È immaginabile, dunque, che questa mastodontica operazione di assunzioni clientelari finirà nel novero delle tante emergenze che già sono in essere in Regione Calabria. La fondazione Terina, gestita con la stessa spregiudicatezza, dovrebbe insegnare qualcosa, oggi, infatti, quella realtà, si ritrova 40 dipendenti da ricollocare nell’organico della Regione,  dopo essere stati assunti, guarda caso,  con lo stesso metodo, e per ironia della sorte,  da un altro papavero socialista doc: Leopoldo Chieffallo, oggi collocato da Mario Oliverio in un’altra società a capitale pubblico:  Lamezia Europa. Della serie:  “qua sia musica che musicanti sono sempre gli stessi”.

 

Noi siamo profondamente meridionalisti, ma con il perpetuarsi di questi metodi clientelari e fallimentari, per certi aspetti spregiudicatamente provocatori, si comprende bene, come ad un certo punto i meridionali, si stiano consegnando ad uno ad uno nelle braccia della Lega.

 

Pa.Mo.