Sventolano le bandiere dei sindacati Flai Cgil, Fai CIsl e Uila Uil allo stabilimento Alival di San Gregorio, a Reggio Calabria. Con due ore di sciopero a cavallo tra due turni si sta concretizzando, infatti, oggi la mobilitazione promossa dai Sindacati dei 79 dipendenti dello caseificio afferente al gruppo Castelli di proprietà della multinazionale francese Lactalis, che sarà chiuso entro il primo trimestre del 2023, come annunciato dalla stessa azienda lo scorso aprile.

«Ci sentiamo, abbandonati, traditi e sfiduciati. Non è bastato rinunciare a parte dello stipendio, nell’ordine di una perdita di fino a ventimila euro ciascuno, per un rilancio che non abbiamo mai visto realizzare dall’azienda. Oggi vediamo ripagati con una prospettiva di perdita del posto di lavoro e un clima di incertezza sul nostro futuro che ci preoccupa sempre di più. Ringraziando i sindacati per il loro impegno, oggi possiamo solo fare appello alle Istituzioni, affinché intervengano per tutelare quanto oggi stiamo rivendicando con forza, il nostro diritto al lavoro», dicono i dipendenti in sciopero.

«Attendiamo la convocazione di un nuovo tavolo alla conferenza delle Regione a Roma e in quella sede ci aspettiamo proposte concrete dal momento che ad oggi alcuna proposta operativa è stata formulata. Registriamo la disponibilità della Conferenza delle Regioni ad ospitare la trattativa che a oggi, però, non ha ancora contenuti. È intollerabile ammettere che in territori come il nostro si perdano 79 posti di lavoro in questo modo. Servono interventi istituzionali e soluzioni concrete per uscire dallo stallo, in alternativa i nostri livelli di protesta si innalzeranno. Lo sciopero odierno è solo il primo atto ma Uila Uil, Flai Cgil e Fai CIsl non si fermeranno senza le dovute garanzie. Restiamo in attesa di risposta ma la nostra sarà un’attesa vigile perché non intendiamo smettere di difendere questi posti di lavoro», dichiara Nino Merlino, segretario provinciale della Uila Uil Reggio Calabria accanto ai lavoratori anche oggi unitamente a Gregorio Pititto, segretario generale Cgil Reggio Calabria-Locri, Nicola Rodi, segretario generale Flai Cgil Reggio Calabria, Antonino Zema segretario generale aggiunto Fai Cisl Reggio Calabria, Romolo Piscioneri, segretario generale Fai Cisl Reggio Calabria e Christian Demasi della segreteria della Cisl confederale reggina.

Nessuna risposta concreta che rassicuri sul futuro occupazionale dei dipendenti è stata finora fornita dal gruppo Castelli, neppure in occasione del recente tavolo nazionale svoltosi a Roma presso la sede della conferenza delle Regioni, su impulso degli assessorati al Lavoro delle Regioni, Calabria e Toscana, retti rispettivamente dalla vicepresidente Giuseppina Princi e da Alessandra Nardini.

Tanto chiara appare la decisione di chiudere, rispetto alla quale il gruppo Castelli non ha compiuto alcun passo indietro, tanto poco chiaro è invece in cosa consisterà la disponibilità manifestata dallo stesso Gruppo a trovare soluzioni per salvaguardare i posti di lavoro. La soluzione praticabile pare, ma al momento è solo un’ipotesi, quella della vendita ma a oggi non si sa chi voglia acquistare, quale sia il prezzo e quali siano le condizioni di questo passaggio, al fine di tutelare a pieno i 79 posti di lavori dello stabilimento reggino come anche quelli Ponte Buggianese, Cinigiano, coinvolti nella stessa vertenza. Vertenza che, è il caso di ricordare, riguardando 150 lavoratori, dunque meno di 250, sulla base del nuovo regolamento dettato dalla congestione delle richieste nel frangente pandemico, non potrà avvalersi del tavolo di crisi incardinato al Mise.