Non c’è pace per l’aeroporto dello Stretto. Dopo l’addio di Blu Express, ramo low cost della Blue Panorama Airlines, anche Alitalia tagli i voli facendo scendere da tre a due i collegamenti per Roma. Eliminato  in toto infatti,  il terzo volo per la capitale dalla programmazione invernale. Un ulteriore danno per la città di Reggio Calabria che così è sempre più isolata, ma anche una scelta che genera molta preoccupazioni per i dipendenti della compagnia di bandiera.

«Viviamo con un senso di precarietà continuo»


«Reggio è l’unico aeroporto in Italia- ci dice Gianluca Costantino, addetto scalo Alitalia e membro del sindacato Uil trasporti, ad avere solo due voli per Roma tutti gli altri ne hanno almeno quattro. Noi crediamo che  in ciò sia una volontà di Alitalia, non appena possibile, di andar via da questo aeroporto ed è necessario che qualcuno remi contro questa volontà e noi ce lo aspettiamo dalla Sacal e dalla politica della città. Che facciano insomma, ha concluso, qualcosa contro questo tentativo di dismissione». Solo due anni fa dal “Tito Minniti” partivano ben cinque voli. Oggi ce ne sono solo tre, due per Roma e uno  solo per Milano, e il danno è imponente. Questi tagli hanno comportato 444mila passeggeri in meno all’anno e ciò allarma anche del personale della società di gestione, la Sacal, che rischia di non vedersi rinnovare i contratti e di perdere il posto di lavoro. «Viviamo con un senso di precarietà continuo e generale- ci spiega Elvira Loiacono, dipendete Sacal, soprattutto alcuni colleghi a cui a breve scadrà il contratto nonostante gli accordi di rinnovo presi per la società. Si tratta di nove persone che al momento sono in una fase di stallo, ma se Alitalia va via-sottolinea- tutto l’aeroporto decade, tutta la città oltre al rischio di vedere spazzato via il nostro lavoro».

 

La denuncia della Uilt Trasporti

 

Il sindacato della Uilt Calabria, con il testa il segretario con delega al trasporto aereo Luciano Amodeo, non le manda a dire e punta il dito contro tutto il mondo della politica e la società di gestione. «È una situazione insostenibile che avviene nel più tacito silenzio del mondo della politica- sottolinea Amodeo. la quale troppe volte sull’aeroporto dello Stretto ha fatto solo propaganda spicciola tramutatasi nel nulla. Occorre subito convocare un tavolo sia tecnico che politico, ma stavolta non ci devono essere solo parole, ma soluzioni. La decisione di Alitalia penalizza fortemente la città e tutto ciò porta gravi disagi agli utenti, che vedono ulteriormente leso il diritto alla mobilità, con conseguente aumento sproporzionato del costo del titolo di viaggio a causa della striminzita offerta di posti disponibili, «ma assistiamo anche ad  una pesantissima ripercussione per tutti i lavoratori, tra i quali quelli appartenenti all’indotto. Un caso su tutti, denunciato dallo stesso Amodeo, è quello relativo alla società della Handiling Aviapartner spa la quale «ha operato- continua- uno smantellamento dell’unita produttiva, presente sullo scalo di Reggio Calabria, con provvedimenti di distacco forzato presso altre realtà del territorio nazionale, provocando certamente disagi per le famiglie indirettamente colpite, ed ulteriore abbassamento dei livelli occupazionali».



La Uilt Calabria «ritiene che non vi sia più tempo da prendere, richiamando tutti gli attori decisionali ad una rapida presa di responsabilità, a partire dall’affidamento del sistema aeroportuale calabrese al gestore unico, che ancora ad oggi non ha reso noto il proprio piano industriale, mentre è in corso l’ennesima scadenza dei contratti individuali di lavoro a tempo determinato, sottoscritti da una parte dei lavoratori in attesa di definitiva stabilizzazione. Ben vengano, poi i finanziamenti per il riammodernamento, ma senza nuovi vettori- ha concluso Amodeo- e l’aumento dei voli rischiamo di avere l’ennesima cattedrale nel deserto». 

 

 

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