Lo avevamo conosciuto lo scorso anno quando, animato da spirito di servizio e spiccato senso civico, decise di aiutare i suoi ex colleghi operai comunali a Gioiosa Jonica, in affanno perché sotto organico, firmando da percettore del reddito di cittadinanza un accordo di volontariato con l’Ente guidato dal sindaco Salvatore Fuda per la tutela del decoro urbano. Un anno dopo Antonio Marchione, sposato con 4 figli a carico, ha deciso di continuare quell’esperienza creando un’associazione senza scopo di lucro nel borgo della Locride, ma non vuole sentire parlare di assistenzialismo.

«È sostegno sicuramente proposto male – spiega - chi lo percepisce non ha alcuna colpa. In due anni non ho mai avuto una chiamata da nessun ente, però ho dedicato il mio tempo come volontario per il mio paese. Non mi sento un mantenuto di nessuno, restituisco quello che mi vene dato con il mio lavoro. Non ce l’ho con chi addita il reddito e ci prende per fannulloni che viviamo sulle spalle del Governo, ma non siamo portaborse né politici con stipendi da 30 mila euro al mese».

A seguire l’esempio di Antonio anche Graziano, operaio di Grotteria, il quale riconosce alcune falle nel sistema di erogazione del sostegno statale, finito nel mirino del nuovo governo di centrodestra. «È una misura che sta funzionando male – osserva - perché non ci dà la possibilità di lavorare. Mi hanno sempre contattato per colloqui, ma non ho mai ricevuto alcuna proposta di lavoro. È necessaria una riforma per dare la possibilità alle persone di non andare a lavorare in nero. Così – conclude - è solo un’arma di ricatto regalata ai datori di lavoro».