Provincie a rischio in Calabria. A Crotone e Vibo Valentia la tensione è oramai alle stelle, i dipendente delle amministrazioni provinciali delle due città capoluogo sono, da giorni, in stato di mobilitazione per il mancato pagamento degli stipendi.

Crotone - La situazione è particolarmente difficile nella città pitagorica dove, i lavoratori della Provincia attendono il pagamento di due mensilità. I dipendenti hanno ricevuto lo stipendio solo fintanto che la Bnl, che gestisce la tesoreria, ha concesso all’ente le anticipazioni di cassa, che, però, si sono interrotte avendo superato il limite previsto di circa 8 milioni di euro. Anche il presidente Vallone, si schiera con i lavoratori: “ C’è qualche spiraglio sia a livello regionale che nazionale, ma dobbiamo verificarlo nelle prossime 48 ore. Resta chiaro che, se non ci saranno riscontri, non ho alcuna intenzione di fare il commissario liquidatore dell’ente e non escludo gesti clamorosi”. Ma, i dipendenti sono allo stremo e , ieri hanno occupato la strada dinanzi il palazzo della Provincia ed hanno annunciato che saranno a Roma proprio in concomitanza con la discussione, in Senato, della legge per il riordino delle Province.


Vibo Valentia - La situazione non è migliore a Vibo Valentia dove, nella giornata di ieri, a causa di un clima, fin troppo surriscaldato, si è arrivati addirittura alle mani. I lavoratori dell’ente provinciale di Vibo Valentia, son , oramai da due settimane, in stato di agitazione per il mancato pagamento delle spettanze di ottobre, novembre, del mese corrente e della tredicesima. La tensione è salita nel momento in cui si è appresa la notizia dell’impossibilità da parte della tesoreria dell’ ente di procedere al pagamento delle due mensilità arretrate. Era stato il presidente Niglia, qualche giorno fa, ad autorizzare, in accordo con il prefetto Giovanni Bruno, la tesoreria all’utilizzo temporaneo del fondo di cassa del Soggetto attuatore necessari a coprire le due mensilità. Nel pomeriggio, intanto, la protesta si è spostata in Prefettura dove, una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dal vice prefetto Lucia Iannuzzi. In concomitanza si è appresa la notizia dell’accreditamento di una mensilità ma, i lavoratori dichiarano che la protesta andrà avanti fino a che non si avranno garanzie certe sul pagamento degli arretrati.

 

 

Interrogazione parlamentare del M5S - "Come intendano intervenire in via straordinaria nei casi di mancanza di liquidità delle province e se non ritengano inderogabile un aumento dei trasferimenti centrali per l'espletamento delle funzioni". Lo ha chiesto in un'interrogazione ai ministri dell'Interno e dell'Economia la deputata M5s Dalila Nesci, riassumendo, con i colleghi di gruppo cofirmatari Laura Castelli e Davide Crippa, i problemi di cassa delle province conseguenti alla riforma Delrio, "che – commenta Nesci – le abolisce per finta, sottraendo molte risorse necessarie". 

Nell'interrogazione M5s si precisa che per la viabilità "alle province tocca la gestione, manutenzione e messa in sicurezza di 130 mila chilometri di strade, cioè oltre il 70% della rete viaria nazionale, e per la scuola, invece, la gestione ordinaria e la messa in sicurezza delle oltre 5.100 scuole superiori italiane in cui studiano 2 milioni e 500 mila studenti". Così le province, hanno poi precisato i tre parlamentari Cinque stelle, arriveranno al «default degli equilibri di cassa e allo sforamento generalizzato degli obiettivi del patto di stabilita? interno, a fronte di un risparmio totale misero, pari a 89 milioni di euro, secondo la relazione del 6 novembre 2013 della Corte dei conti".
Soprattutto, i deputati M5s hanno messo in evidenza che "le province di Biella e Vibo Valentia si trovano già in dissesto finanziario, con la seconda in una situazione amministrativa di ulteriore difficoltà, anche a causa dei condizionamenti della 'ndrangheta sul territorio". Per Nesci, Castelli e Crippa, insomma, è fondamentale che il governo si muova subito, iniziando da Vibo Valentia.