Lettera aperta per invocare un passo avanti dall'azienda e anche dalla politica «che non può più girarsi dall’altra parte»
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Lo scontro si acuisce. E la vertenza della clinica “San Bartolo-Misasi” rischia di trascendere per scivolare sul terreno minato della personalizzazione. Eppure, la priorità di tutti, nella controversia sindacale che vede contrapposti alcuni lavoratori, il sindacato di base e la proprietà dell’azienda, dovrebbe essere un’altra: congelare le tensioni per favorire il dialogo – o il confronto anche aspro – finalizzato al duplice obiettivo di salvaguardare i livelli occupazionali e non mettere a rischio la tenuta economica dell’azienda, che dà lavoro a centinaia di persone.
A scendere in campo, stavolta, sono i dipendenti della clinica di recente acquisita dal gruppo IGreco, che tornano sulla vicenda di giovedì scorso: la clamorosa protesta sul tetto di alcuni lavoratori, inscenata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei licenziamenti preannunciati dall’azienda. Una manifestazione sindacale che non trova adesione da parte dei dipendenti, pure solidali con i loro colleghi destinatari dei provvedimenti di licenziamento: «Siamo a fianco delle istanze dei nostri colleghi, tutti, anche quelli saliti sul tetto e lotteremo per salvare ogni posto di lavoro». Una precisione, questa, che però non impedisce agli stessi dipendenti di contestare e condannare le modalità adottate per le rivendicazioni: «Quanto accaduto nella giornata di giovedì sul tetto (e non solo) della clinica San Bartolo-Misasi rappresenta una bruttissima pagina per i lavoratori in genere ma soprattutto per la storia del sindacato».
E inoltre: «Allo stesso tempo vogliamo esprimere vicinanza e solidarietà ai pazienti della clinica e ai loro familiari, ai quali abbiamo fatto trascorrere delle ore di ansia e di paura. E ovviamente esprimiamo vicinanza e solidarietà ai 2 colleghi che, loro malgrado, sono saliti sul tetto commettendo un reato gravissimo e pericolosissimo per il quale non hanno vere colpe». Una bordata diretta al sindacato Usb, con il quale i rapporti restano tesi.
Ma il vero punto è la volontà di imboccare una strada condivisa per risolvere una volta per tutte la vertenza. Una strada che non può prescindere dal ruolo della politica: «Chiediamo scusa, a nome di tutti i lavoratori, per i problemi creati e ringraziamo tutte le forze dell'ordine che tempestivamente hanno impedito che la cosa degenerasse. Ringraziamo la polizia, la digos, i carabinieri».
E inoltre: «La nuova proprietà ha dimostrato che non cede ai ricatti e questo a noi fa piacere. Questa famiglia, la famiglia Greco, per la prima volta ci ha fatto trascorrere un sereno Natale e ha consentito che potessimo fare anche noi i regali ai nostri cari pagandoci puntualmente stipendi e tredicesime, mai visti insieme fin qui. Ai Greco però ora chiediamo una cosa col cuore in mano. Chiediamo che non facciano più partire lettere di licenziamenti. Una soluzione tutti quanti la devono trovare e la politica non può girarsi dall'altra parte».