«Sul fronte dei tirocinanti del Mibac, per intenderci quelli che dovranno garantire apertura e fruibilità dei nostri beni culturali e non solo, si stenta ad ottenere l’approvazione e la pubblicazione della prima graduatoria utile finalizzata al riavvio dei percorsi di tirocinio e quindi al riconoscimento di 500 euro al mese che rappresentano per molti l’unica fonte di reddito possibile».

 

Così il segretario generale Felsa Cisl Calabria Carlo Barletta entra a gamba tesa nella questione facendo appello alla neo presidente della giunta regionale Jole Santelli.

 

Secondo il sindacalista «il Dipartimento Lavoro della Regione Calabria annaspa dietro pastoie burocratiche e a pagare sono i lavoratori precari». «La Legge Regionale n. 29 del 25 giugno 2019 (la cosiddetta legge sulla storicizzazione delle risorse del precariato istituzionalizzato) – incalza Barletta - rimane monca nella sua parte attuativa per ciò che riguarda i lavoratori di cui alla L.R. 15/2008, un bacino di circa 800 unità, che attendono a distanza di otto mesi dalla approvazione della legge regionale, l’emanazione di un decreto da parte del Dipartimento lavoro che apra finalmente le porte alla tanto agognata stabilizzazione/contrattualizzazione posto che importanti amministrazioni comunali si sono già espresse in tal senso».

 

«Certamente - tiene a precisare il cislino - in questo caso nulla può essere imputato agli uomini e alle donne (a quanto risulta tre in tutto) che con grande buona volontà cercano di dipanare i mali di una organizzazione generale raffazzonata, ma la buona volontà e l’impegno nulla possono allorquando si devono gestire una mole di oltre 2000 istanze. Già, perché oltre al bando Mibac le stesse tre persone sono chiamate a gestire anche il bando Miur (i cosiddetti tirocinanti delle scuole). Ogni considerazione è palesemente pleonastica».

 

E le cose non vanno meglio sul fronte dei pagamenti visto che, rende noto il sindacalista, «seppur vige il regime di esercizio provvisorio del bilancio regionale, a causa della mancata approvazione del bilancio preventivo per l’anno 2020, si potrebbe procedere alla decretazione delle somme in favore degli enti utilizzatori con un unico atto amministrativo almeno per i prossimi tre mesi fino all’approvazione del bilancio preventivo da parte del Consiglio Regionale da effettuarsi entro il 30 aprile».

 

«Ma la scelta operata dal dipartimento lavoro poco oculatamente è, invece, quella di procedere a decretazione mese per mese con buona pace sia dell’art. 43 del D.Lgs 23 giugno 2011 n. 118 e della Legge votata dal Consiglio Regionale della Regione, la deliberazione del Consiglio Regionale della Calabria n. 464 approvata il 10 dicembre 2019, ex art. 1, la quale sancisce appunto che dal 1 gennaio 2020 e fino all’approvazione della legge che approva il bilancio di previsione per l’esercizio 2020, viene autorizzato l’esercizio provvisorio del bilancio entro il limite di 4 dodicesimi».

 

«In parole povere – fa notare Barletta - un solo decreto del dipartimento coprirebbe ben quattro mensilità di atti, di carte, autorizzazioni e di tutti i successivi passaggi. Ad oggi siamo in attesa di veder “decretare” con successiva esecutività e, quindi, sblocco delle risorse in favore dei lavoratori il mese di gennaio 2020!». «Insomma – aggiunge - dietro la rigida burocrazia sotto la quale si fanno passare scelte discutibili, vi è sempre un prezzo che deve essere pagato. Il prezzo più alto. Quello della gente che vive indicibili sofferenze legate non solo al sogno evidentemente negato di vedersi finalmente riconosciuto un lavoro stabile e sicuro dopo anni di battaglie sindacali, ma anche a vedersi riconosciuto quel minimo di salario (precario) pagato con regolarità».

 

«Ci appelliamo alla neo eletta Presidente della Giunta, Jole Santelli – si conclude la nota- affinché ponga fine a questa situazione e riporti sul terreno della vera operosità un dipartimento che evidentemente annaspa dietro ingiustificabili pecche organizzative e burocratiche. Ne va del principio di buon andamento della Pubblica Amministrazione ne va della dignità dei lavoratori che meritano rispetto e non già rinvii, soluzioni e non già muri di gomma sui quali schiantare la legittima aspettativa per una vita migliore».