VIBO VALENTIA - Di male in peggio. Istat, Unioncamere, Sole24ore, tutti concordi: la Calabria affonda nella recessione. Terra di disoccupati e di poveri la nostra. I dati sono pressoché univoci. Se nel 2012 le famiglie sotto la soglia di povertà erano il 27,4 percento nel 2013 hanno superato il 32,4% e la situazione tende a peggiorare per il 2014. Su una popolazione di quasi due milioni di abitanti i poveri sono più di 600 mila, praticamente un calabrese su tre.

 

Quasi mezzo milione di disoccupati. Nell’ultimo decennio è più che raddoppiato il tasso di disoccupazione. Anche in questo caso i numeri sono disastrosi e basta dare uno sguardo alla grafica per avere la contezza di quanto la situazione sia peggiorata. A Catanzaro è dintorni sono senza lavoro 78mila persone, più del doppio, 170 mila a Cosenza, 116 mila a Reggio e provincia. Il picco a Crotone dove la disoccupazione è cresciuta del 140%. Nel Vibonese i disoccupati sono circa 37mila, all’incirca quanto i residenti del capoluogo di provincia

 

Cosenza e Reggio le più colpite. Crotone e Vibo possono consolarsi con il reddito pro-capite che tra il 2007 e il 2013 è cresciuto del 6,2 nella città di Pitagora e del 6,6% in quella di Luigi Razza. Sotto questo profilo la crisi ha duramente colpito Cosenza e Reggio Calabria dove si registra un calo vertiginoso del Pil mentre appare più contenuta la flessione del capoluogo di regione.

 

Segnali di speranza. Per il futuro dà qualche segnale di speranza il dato sull’occupazione fatto registrare nel secondo trimestre del 2014. In questo periodo hanno trovato lavoro 2100 persone. 890 nella sola provincia di Cosenza. Ottimo il dato di Vibo anche se a trascinare verso l’alto l’occupazione è il lavoro stagionale: una boccata d’ossigeno che, almeno per l’estate, regala un mezzo sorriso.