«Uffici tenuti aperti tramite gli straordinari, risorse esigue e troppi part time». Il sindacato dice basta e annuncia proteste sul territorio
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«Da tempo in Calabria è in atto un cruento ridimensionamento del personale addetto agli sportelli e al recapito, cosa questa che finirà per pregiudicare i servizi erogati alla clientela». Così Slp Cisl denuncia quanto sta accadendo in Poste.
«I pensionamenti e gli esodi senza il necessario ricambio generazionale, possibile grazie all’Accordo nazionale sulle politiche attive, in questa terra sconosciuto e non sufficientemente praticato, stanno mettendo a repentaglio il sistema postale calabrese».
«Non è più possibile - incalza Enzo Cufari, segretario Slp Cisl Calabria - conciliare le aperture degli uffici facendo ricorso continuo allo straordinario, il quale è diventato prassi strutturale, quando in Calabria vi è un numero impressionante di operatori part-time che aspettano da molti anni la trasformazione in full-time. Casi limite sono quelli della provincia di Catanzaro con il 25% degli addetti con contratto part-time, soglia record in Italia, e a seguire Reggio Calabria con una percentuale leggermente inferiore».
«Le province di Crotone e Vibo Valentia hanno sofferenze vistose nelle coperture gestionali a causa dell’esiguo numero di risorse complessive, insufficienti a garantire il minimo indispensabile per le richieste della clientela. Infine – aggiunge il sindacalista - il disastro della provincia di Cosenza, ormai devastata da cattiva gestione perpetrata in anni di politica recessiva attuata in tutta la Calabria e che qui ha trovato la massima espressione. Una gestione basata non sullo sviluppo ma improntata al risparmio, che oggi palesa tutti i limiti derivanti dalla complessità del sistema postale in un vasto territorio che meriterebbe ben altra attenzione, sia in ordine al numero degli addetti che alla qualità del servizio. Stessa sorte per gli applicati al recapito, oggetto di continue “rivoluzioni” aziendali che hanno finito per impoverire la struttura complessiva, nonché la capillarità dei servizi».
«Lamentiamo, inoltre, che la Calabria per effetto di riorganizzazioni aziendali, viene spolpata di strutture e di lavorazioni, le quali sono dirottate su altri territori nazionali per effetto della solita politica di impoverimento e di desertificazione di una realtà che da sempre paga un conto altissimo al proprio destino, costruito dagli uomini e reso possibile dall’assenza e dal silenzio dell’ignava classe politica calabrese. La Calabria dice basta! Il SLP CISL, sindacato di categoria maggiormente rappresentativo con quasi il 70% di associati complessivi sulla forza lavoro regionale – si conclude la nota - preannuncia l’apertura di conflitti su tutto il territorio se non arriveranno a brevissimo segnali di discontinuità rispetto alle politiche fin qui attuate. Non è più tempo di chiacchiere ma di fatti concreti».