Si sono radunati davanti al varco dell'area portuale di Gioia Tauro, e senza intralciare il passaggio dei mezzi, per manifestare contro due delle quattro ditte che offrono manodopera ai due terminalisti. Una cinquantina di lavoratori, mobilitati da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Sul hanno scioperato accusando la Sea Work e la International Shipping di non applicare alcune clausole del contratto.

«Protestiamo - ha detto Domenico Laganà, segretario della Filt Cgil - soprattutto per le modalità di comunicazione del riposo settimanale. I lavoratori spesso ricevono un messaggio che contraddice precedenti disposizioni, in modo da non avere certezza e poter pianificare il riposo a cui hanno diritto».

Per i manifestanti la situazione è diventata «invivibile e insostenibile». Il sindacalista ha poi aggiunto che «permane un problema relativo alla mancanza di spogliatoi in barba a quanto invece impone la legge». Trattandosi di imprese locali autorizzate dall'Autorità di sistema portuale, sollecitazioni sono arrivate «affinché l'ente non abbia posizioni neutrali rispetto alla vertenza».

Laganà ha annunciato l'impegno a fare in modo che la vertenza, che riguarda solo la metà delle ditte esterne, arrivi sui tavoli sindacali nazionali. «Noi - ha concluso Laganà - attendiamo ancora la convocazione per discutere sul contratto integrativo che disciplina la flessibilità del lavoro. Abbiamo pronta la nostra bozza ma si trascina un grave ritardo: non vorremmo arrivare a chiedere la sospensione e la revoca della autorizzazione concessa a queste ditte dall'Autorità di sistema».