Per il Ponte sullo Stretto di Messina «il costo dell'opera oggetto di concessione dagli aggiornamenti svolti risulta di 13,5 miliardi. Le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con Rfi, si stima avranno un costo di 1,1 miliardi».

Lo si legge in un allegato al Def, in cui si precisa che «ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio».

«Le opere di ottimizzazione e complementari alle connessioni stradali, invece, di minor impatto economico, verranno meglio definite e dettagliate nell'ambito dei prossimi contratti di programma con Anas», si aggiunge nel Def. Al finanziamento dell'opera, puntualizza il documento, «si intende provvedere mediante: le risorse messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione; l'individuazione, in sede di definizione della legge di bilancio 2024, della copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato; i finanziamenti all'uopo contratti sul mercato nazionale e internazionale: saranno a tal fine considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti; l'accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility - Cef (partecipazione al bando entro settembre 2023)». 

Il decreto sul Ponte sullo Stretto era stato firmato lo scorso 31 marzo dal Capo dello Stato ed era finito in Gazzetta ufficiale

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Il ministro delegato Matteo Salvini sta puntando tutto sull'infrastruttura, anche se molti esperti esprimono perplessità. Proprio pochi giorni fa il responsabile relazioni istituzionali del Wwf, Stefano Lenzi, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera, ha sottolineato che è un'opera dagli «elevatissimi e insostenibili costi ambientali», che «non regge da un punto di vista economico-finanziario».

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Il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, invece, durante un incontro, ha chiesto al Governo di partecipare attivamente al progetto: «È una posizione in questo momento, in questa fase, molto preoccupata. Non è una posizione ideologica né di contrarietà né a favore dell’opera sullo Stretto. Noi rivendichiamo con forza di essere la città del ponte».

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