Il sodalizio sul piede di guerra: «Fanno credere all'Ue che siamo in una fase di studio e al contempo si creano leggi per ottenere immediatamente un progetto definitivo»
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Le dichiarazioni della Commissaria ai Trasporti Ue, Adina Valean, «sembrano la prova della malafede del governo: chiede soldi all'Europa per studi preliminari quando in Italia racconta di avere già adottato un progetto definitivo, annunciando addirittura, con reiterate forzature normative, l'apertura dei cantieri. I casi sono due: o il governo ha preso in giro l'Europa chiedendo soldi per studi che non possono essere 'preliminari', visto che c'è un progetto 'definitivo', o il governo prende in giro gli italiani e il progetto è ancora in alto mare, al punto da necessitare studi preliminari». Lo afferma in una nota il comitato cittadino 'Invece del ponte'.
«La Commissaria Valean – si fa presente - ha dichiarato di non essere a conoscenza 'di una decisione definitiva per il ponte' e che, in base alle informazioni rese dal Governo, 'le mappe del regolamento Ten-T riveduto mostrano attualmente il progetto allo stadio di "studio/idea'. Ma la revisione del regolamento Ten-T è avvenuta il 24 aprile scorso, quando il governo aveva già ricevuto da 2 mesi e 10 giorni un progetto qualificato come 'definitivo'. Il governo non ha informato la Commissione di aver messo in atto la procedura per la decisione 'definitiva' in base a un progetto che ritiene tale. È gravissimo. Ancora, Valean afferma che 'il promotore del progetto deve studiare alternative ragionevoli pertinenti per il progetto stesso'».
Il comitato aggiunge: «Mentre il governo sostiene che non si deve studiare nessuna alternativa, gettando alle ortiche anche la relazione tecnica del 'gruppo di lavoro' del Mit che indicava almeno tre alternative al ponte. Insomma, il governo ha fatto credere all'Europa che per il ponte siamo ancora in una fase di 'studio/idea', nella quale devono essere considerate accanto al progetto ipotizzato anche ragionevoli ipotesi alternative, e ha chiesto fondi per 'studi preparatori', quando fa leggi per ottenere immediatamente un 'progetto definitivo' che vuole cantierare senza attendere nemmeno un'approvazione integrale dell'esecutivo».