I mutamenti climatici e la neve sempre più rara stanno mettendo in crisi non solo l'ambiente ma anche l'economia di interi territori. Il tempo per agire e invertire la rotta sta scadendo
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Con i mutamenti climatici galoppanti, nei quali siamo immersi fino al collo sempre di più, le montagne sono sempre più a rischio. E per essere ancora più chiari: la montagna calabrese sta vivendo una crisi senza precedenti, tanto che rischia di scomparire! Pollino, Sila, Aspromonte già adesso non sono più quello che sono stati per secoli. Le giornate in cui le montagne calabresi sono innevate, negli ultimi 10 anni si sono ridotte del 50%. La neve è sempre di meno, gli sport invernali si fanno ormai per poche settimane, non piove, fa sempre meno freddo.
Davanti ad uno spettacolo così drammatico, non possiamo più stare in silenzio e non si può più andare avanti come se nulla fosse. Per questo, LaC darà spazio a questa tematica in tutte le sue articolazioni, con articoli, contributi, video. Intendiamo suonare la sveglia, non solo per la denuncia, ma anche e soprattutto per la proposta: dobbiamo immaginare come sarà la montagna di domani, quale modello di turismo promuovere, come difendere e valorizzare la montagna calabrese. Ed è assolutamente importante impedire che venga presa d’assalto da chi per difendersi dal grande caldo, è pronto ad invadere le montagne, senza alcuna limite e senza regole.
Infatti, a causa del riscaldamento globale, le temperature sulle montagne sono molto alte, come mai accaduto prima. Ma il peggio deve ancora venire: si stima che in Italia la temperatura aumenterà di altri 2 gradi entro il 2050. Questo significa che nulla sarà più come prima. Con conseguenze sull’ambiente, sull’uomo, sull’agricoltura, molto gravi. E noi non ci stiamo affatto preparando. In Calabria più che altre regioni.
Riconvertire la montagna sarà il tema da affrontare immediatamente. Il sistema montagna deve essere ripensato, immaginando soluzioni alternative.
Necessita un nuovo modello turistico, capace di diversificare e ampliare l’offerta: cicloturismo, escursionismo, enogastronomia, sport, valorizzazione delle ferrovie storiche oggi dismesse, navigabilità dei laghi ecc. Tutto questo per venire incontro a diversi target turistici, ma nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità. Urge un sistema turismo che parta dall’offerta culturale, valorizzando le esperienze del territorio, con la sua cultura, l’artigianato, la cucina povera, i centri storici e le tradizioni.
Dobbiamo dare valore alla straordinaria ricchezza dell’ambiente e delle storie locali, valorizzando i villaggi rurali, per dare vita ad una forma di turismo rispettoso della natura, per vivere immersi direttamente nella storia dei territori.
Si tratta di un progetto importante, non facile. Ma la sola certezza che abbiamo è che non c’è più tempo. È questo il momento di agire.