Brutte (si fa per dire) ma buone. Le clementine calabresi, a causa delle condizioni meteo e di motivi legati alla crisi economica innescata dalla pandemia, quest’anno sono più piccole anche se buonissime come sempre. Un parametro, quello della pezzatura, che ne può pregiudicare la vendita nella catena della grande distribuzione.

 

Da qui la campagna nazionale promossa dalla Coop che ha portato sugli scaffali di 1100 punti vendita le clementine con un prezzo al pubblico di 90 centesimi e, assicurano, un giusto prezzo d’acquisto versato ai produttori. Un’iniziativa commerciale, che fa leva su una studiata strategia di marketing, ma anche un concreto aiuto per migliaia di imprese agricole impegnate nella produzione di questo frutto di stagione prodotto per il 63% proprio in Calabria.

 

L’iniziativa ha suscitato molti consensi, a cominciare dalla Regione Calabria. «L’iniziativa intrapresa dalla Coop, che con un’intelligente azione di marketing ha deciso di sostenere le clementine calabresi – afferma in una nota l’assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo - puntando sulla loro qualità più che sui canoni estetici, va nella giusta direzione. Confidiamo possa divenire un esempio. Le clementine sono uno dei tesori delle nostre produzioni agricole di qualità».

 

Soddisfazione è stata espressa anche dal consigliere regionale Giuseppe Graziano (Udc), che rivendica la paternità di quella che definisce «una mia personale denuncia fatta nei giorni scorsi sulla mancanza di un sano rapporto di acquisto del prodotto sul territorio», che avrebbe convinto il «management della catena di supermercati».
«Basta questo a salvare una stagione agrumicola fallimentare? – si chiede il consigliere - Certamente no. Anche perché l’ordinario, e quindi una corretta calmierizzazione dei costi e dei prezzi, non può assolutamente passare per straordinario. È sicuramente, però, un piccolo passo verso quella che deve essere un’azione di tutela ad ampio raggio dei preziosi agrumi prodotti nella Piana di Sibari. Garantire il giusto prezzo di acquisto al produttore e di vendita al consumatore, entro i 90 centesimi, delle clementine della Piana di Sibari è un solo un punto di partenza. Sicuramente è una buona iniziativa di marketing. Ma non può essere assolutamente la soluzione».
Graziano, in particolare, sottolinea che «da parte dei grossisti, il prezzo normale d'acquisto di un prodotto di eccellenza come le clementine non può essere riconosciuto solo in fase di emergenza o, comunque, come forma straordinaria di sostegno».

 

Nei giorni scorsi l’esponente Udc aveva denunciato lo stato di crisi che ha investito il comparto agrumicolo della Piana, «a seguito non solo della calamità naturale, caratterizzata da una lunghissima siccità e da improvvise alluvioni, ma soprattutto per colpa di un mercato che vorrebbe deprezzare sempre più un prodotto d’eccellenza come le clementine».