Si parte di notte con l'incognita del pescato e si rientra al mattino presto in attesa degli avventori che giungono già alle 9 sulle banchine del porto di Catanzaro. «Per un po' di giorni non abbiamo preso niente, oggi invece lo abbiamo preso qualche merluzzo» spiega un pescatore appena rientrato nello specchio d'acqua.

«Non ci possiamo lamentare» - aggiunge un altro. Si fruga tra le cassette e si acquista il frutto del lavoro notturno. Un'attività in lieve ripresa dopo la caduta libera dell'emergenza Covid: «Purtroppo questo periodo è stato un po' negativo - spiega un pescatore mentre prepara il sacchetto di pesce per un cliente -. Qualche pesce c'è ma mancano le persone perché ancora hanno paura». 

 

20 euro al giorno

Ma chi nasce pescatore, muore pescatore nonostante i veti imposti da Bruxelles: «La pesca sta andando male perchè non ci fanno lavorare, non ci fanno pescare quello che dovremmo e, in particolare, le leggi approvate dalla Comunità europea ci stanno portando alla rovina. Continuiamo ad andare a pesca per guadagnare 20 euro al giorno ma così è impossibile mantenere la famiglia».

 

Furti ai pescherecci

E a rendere ancora meno remunerativa la pesca si aggiungono le vessazioni della microcriminalità locale: «A me tante volte hanno preso le reti dalla barca perchè non c'è vigilanza- spiega un pescatore - Ci hanno promesso che avrebbero messo le telecamere però purtroppo ancora non abbiamo visto niente" aggiunge un altro". Lo specchio d'acqua è accessibile di giorno ma soprattutto la notte:

«Già l'anno scorso ho subito un furto del valore di 5mila euro e sabato scorso un altro furto di duemila euro. Mi hanno rubato tutte le reti perchè qua non ci sono telecamere. Hanno messo le sbarre per chiudere l'accesso al porto ma ancora non sono in funzione. Avrebbero dovuto installare anche box per il ricovero delle attrezzature ma ancora non è stato fatto. Non sappiamo più cosa fare».