Orrico, Tucci e Auddino chiedono la revoca del provvedimento con cui il nuovo dirigente dell'ente ha dichiarato illegittimi gli atti adottati nel 2021 che prevedevano l'inserimento dei lavoratori nella pianta organica
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«Ad oltre due anni dalla loro stabilizzazione al Parco nazionale d’Aspromonte gli ex lavoratori Lsu rischiano di venire estromessi dalla pianta organica dell’ente per una errata interpretazione di norme dello Stato votate dal Parlamento italiano». Lo affermano in una nota i deputati del M5s Anna Laura Orrico e Riccardo Tucci e il coordinatore pentastellato della provincia di Reggio Calabria Giuseppe Fabio Auddino, padre nobile del provvedimento di stabilizzazione dei lavoratori del bacino ex Lsu- Lpu assieme al deputato Tucci.
«Parliamo – dicono – di lavoratori che hanno servito la pubblica amministrazione per oltre 24 anni e che, nel 2020, grazie a ben 7 nostri emendamenti alla Legge di Bilancio frutto di battaglie politiche e sociali del Movimento 5 Stelle, videro riconosciuti i loro diritti ponendo così fine ad una condizione di vero e proprio “lavoro nero di Stato” protrattosi per quasi un quarto di secolo in tutta la Regione. All’ente Parco d’Aspromonte vennero inserite cinque unità a copertura dei posti in quel momento vacanti ed in base alle risorse disponibili alla copertura di quel tipo di provvedimento, mentre altri dodici lavoratori rimanevano momentaneamente in soprannumero, in attesa che si liberassero altri posti, o che si ottenesse il via libera all'ampliamento della pianta organica attraverso risorse rese disponibili dal Ministero del Lavoro e dalla Regione Calabria».
«Adesso – prosegue la nota -, quegli stessi lavoratori scoprono che il nuovo dirigente alla guida della struttura ha dichiarato illegittimi gli atti adottati nel 2021 dalla dirigente dell'epoca, sulla base di quanto disposto dalla legge di bilancio 2020, escludendo dalla pianta organica i lavoratori precedentemente inseriti dalla sua omologa e privando quelli in soprannumero dell'aumento del numero di ore loro spettanti per via del provvedimento aggiuntivo della Regione Calabria».
«Stante il parere della Ragioneria Generale dello Stato che non ha avuto nulla da eccepire e dopo che la Corte dei conti, nell'ambito della relazione annuale sui Parchi nulla ha rilevato, così come nulla hanno rilevato il Collegio dei Revisori ed il servizio finanziario dell'Ente che ha ritenuto di esprimere parere favorevole riguardante la copertura finanziaria del provvedimento adottato, perché siamo giunti a questo punto? Ci chiediamo – aggiungono – quale ratio muova tali scelte, e se queste non rappresentino il preludio ad un reclutamento esterno di altri lavoratori».
«Auspichiamo pertanto – concludono Anna Laura Orrico, Riccardo Tucci e Giuseppe Fabio Auddino – che il commissario dell'ente imponga alla gestione la revoca dell'atto in sede di autotutela e la reintroduzione in pianta organica dei lavoratori illegittimamente estromessi».