Il blitz è scattato nella tarda serata di ieri con l'affissione di uno striscione sulla cancellata dell'ingresso principale dell'Annunziata. Gli esponenti della Funzione Pubblica della triplice sindacale hanno voluto così sottolineare lo stato di agitazione proclamato per il personale del comparto e della dirigenza medica dell’ospedale civile di Cosenza.

Manca personale

Il problema più impellente è riconducibile alla carenza di unità lavorative, sottodimensionate rispetto ai fabbisogni effettivi. Erano necessarie assunzioni già prima dell'emergenza Covid, a causa dei tanti pensionamenti di dipendenti mai rimpiazzati o rimpiazzati solo parzialmente.

Condizioni di stress e vite messe a repentaglio

Adesso la pressione sul nosocomio bruzio è diventata insostenibile per sanitari e parasanitari, costretti a turni massacranti ed a svolgere funzioni delicate in condizioni di stress che mettono a repentaglio anche la stessa vita dei pazienti.

La zona rossa è una mortificazione

Nel manifesto di Cgil, Cisl e Uil che ora campeggia davanti l'entrata dell'hub si chiedono rispetto, sicurezza, servizi e diritti. L'istituzione della zona rossa, per medici, infermieri, Oss e gli altri operatori impiegati in corsia, è stata una mortificazione: manager e politici ai vertici del governo della sanità calabrese hanno vanificato gli sforzi fin qui compiuti dagli operatori, costantemente e quotidianamente in trincea.

Criticità prevedibili

«La grave situazione di criticità in cui versa l’Ospedale Hub nel contesto della seconda ondata epidemica da SarsCov-2 era stata ampiamente prevista - scrivono in una nota i rappresentanti delle tre sigle sindacali - Chi ha la responsabilità delle politiche di settore, non si è assunto l'onere di approntare piani di emergenza e le necessarie contromisure al dilagare della pandemia».

Scenario drammatico

Cgil, Cisl e Uil poi mettono in guardia sui rischi derivanti dalla pressione eccessiva esercitata sull'ospedale, anche a causa del mancato potenziamento della sanità territoriale. Lo scenario potrebbe rivelarsi da guerra civile, con reparti saturi ed ambulanze in coda al pronto soccorso con a bordo pazienti Covid destinati ad ore di attesa.

Sicurezza a rischio

C'è poi la questione della sicurezza: «Non sono stati realizzati i percorsi anti-Covid necessari a proteggere gli operatori sanitari che per questa emergenza stanno pagando prezzi enormi in termini di sicurezza personale con un inesorabile aumento dei contagi - scrivono ancora i sindacati nel documento - Fare finta di niente di fronte a queste circostanze sarebbe da irresponsabili». Abbiamo intervistato Teodora Gagliardi - Cgil Fp, Giovanni Lopez - Fp Cisl e Paolo Vaccari della Fp Uil.