VIDEO | Uno dei tanti imprenditori calabresi spiega: «Non c'è più convenienza economica, noi abbiamo un'attività collaterale perché altrimenti non potremmo sopravvivere»
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
Dovrebbe essere uno dei settori guida dell’economia e dell’agricoltura calabrese. 180mila gli ettari coltivati ripartiti tra 138mila aziende, ma l’olivicoltura in Calabria arranca. Continua il nostro viaggio in un settore ricco di potenzialità ma allo stesso tempo stretto nella morsa di una burocrazia e di una concorrenza asfissiante che non gli permettono di mettere le ali. Eppure parliamo della seconda regione italiana per produzione, seconda solo alla Puglia, con un patrimonio varietale autoctono di 33 cultivar.
Ma dedicarsi all’olivicoltura è sempre meno redditizio e chi lo fa vi accompagna altre attività ed è mosso anche da legami familiari e affettivi e verso piante secolari tramandate per generazioni. «Non lo si fa più per passione o per convenienza economica – ci dice l'imprenditore lametino Fabio Morelli - .Tanto è vero che noi abbiamo un attività collaterale perché altrimenti non si potrebbe sopravvivere. Per come l'agricoltura In Italia l'agricoltura viene gestita come un'acciaieria con tutti gli adempimenti di una qualunque industria».
L'aumento dei costi
Eppure, spiega Morelli, negli ultimi trenta anni c’è stata anche una specializzazione: «In Calabria siamo passati da un olio cosiddetto lampante perché non c'era la cultura dell'olio di qualità ad un olio extravergine d'oliva e con più segmentazioni. Ma nonostante la specializzazione il prodotto non decolla a livello di e per noi non è redditizio. Basti pensare agli aumenti della manodopera in termini di contributi agricoli, al costo dei fertilizzanti che sono passati da 40 euro al quintale ai 150».
L'importanza degli aiuti comunitari
«Corsi esponenziali per la gestione dell'azienda agricola che ormai - commenta ancora l’imprenditore - viene paragonata ad un azienda industriale. Tutti gli adempimenti a livello di sicurezza Inail, sanitario a livello di meccanizzazione non sono sopportabili se non con degli aiuti comunitari che tardano ad arrivare in Calabria».